Stiamo naturalmente parlando delle strutture che ospitano i bambini da pochi mesi sino ai 3 anni e che precedono la scuola materna, ma a questo punto c'è da porsi una domanda : allo Stato queste strutture convengono davvero ?
Come al solito in Italia quando si parla di realizzare opere pubbliche nessuno si prende la briga di fare i calcoli della convenienza economica dell'opera, o meglio del rapporto costi benefici.
L'asilo nido infatti non è una scuola qualunque, ma una struttura con arredi costruiti su misura per gli ospiti, con costi molto impegnativi per le casse pubbliche.
Ma il costo di costruzione è solo il primo di una lunga serie, perché poi iniziano i capitoli di spesa che riguardano la gestione : dal personale educativo impegnato direttamente con i bambini agli addetti alla mensa ed alle pulizie, quindi le bollette dell'energia e del riscaldamento e per finire i costi di manutenzione dello stabile e degli arredi.
Secondo l'ISTAT nel 2010 l'importo medio sborsato dai comuni per mantenere un bimbo all'asilo nido supera i 6000 Euro all'anno, ma ci sono comuni che sborsano oltre 15.000 Euro l'anno !!!
Un salasso per le casse pubbliche che forse può essere in parte contenuto.
Resta inoltre il forte dubbio se sia eticamente sostenibile l'idea di separare dalla madre un bimbo o una bimba così presto, cioè prima che sia completato lo svezzamento, che tipicamente si aggira nei due anni.
Una soluzione molto semplice potrebbe essere l'attuazione di politiche di sostegno economico alle madri che decidono di restare a casa con i loro bimbi, affiancate da sistemi di tutela del posto di lavoro antecedente alla gravidanza.
A questo punto gli asili nido pubblici si potranno cedere a privati, con un vantaggio notevole anche per i comuni, che non avranno più le attività di gestione e soprattutto di assegnazione dei posti, che spesso somigliano a vere e proprie lotterie.
I bambini che resteranno a casa con la loro mamma.... ringraziano.
1 commento:
Come al solito in Italia manca la progettualità ... e si vive alla giornata!
Sul tema specifico questo si traduce nella mancanza di politiche dedicate ai cittadini.
Perchè questo è il colmo: ogni cittadino nasce, cresce, partecipa attivamente alle società (sotto varie forme) e poi muore.
Dietro questo ciclo ci sono aspetti etici ed economici che uno stato DEVE affrontare ed armonizzare .
Veniamo ai cittadini che nascono e muovono i primi passi nella società.
Da un punto di vista LAICO e meramente ECONOMICO, questi cittadini saranno in futuro braccia, menti e soprattutto CONTRIBUENTI per lo Stato.
E' pertanto interesse dello Stato che siano educati, formati e produttivi.
Tutti buoni motivi per pensare alla loro migliore formazioni con il minimo impegno economico.
Ecco perchè basta la matematica imparata alle elementari per capire che se in media si spendono 6.000€ pro bimbo agli asili nido, ad incentivare con 3.000€ le mamme che decidono nel primo anno di vita di sospendere il proprio lavoro ... diventa un risparmio del 50%.
Oppure favorire le Tagesmutter (ovvero mamme che tengono i propri figli ed 1-2 degli altri) permetterebbe di aiutare le mamme lavoratrici, creare microasili capillari sul territorio, elevare la qualità del servizio.
Oppure lasciare alle strutture private (definendo prima rigorosamente la tipologia e qualità dei servizi offerti) quello di offrire un servizio che gli utenti (le mamme) premieranno o meno con la loro libera scelta.
Quale il ruolo dello Stato? pensare alle strategie e creare sistemi virtuosi che privilegiare mamme, tagesmutter e privati bravi e penalizzando quelli non bravi.
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