giovedì 5 maggio 2016
Le risorse della terra sono di tutti
L'altra sera mia moglie stava guardando in TV un film che raccontava la storia di un politico americano degli anni '30 intento a candidarsi al posto di governatore dello stato della Loiusiana.
Il tutto per risolvere i problemi della popolazione più debole che in quegli anni mancava di tantissime cose.
Io ero in divano con il mio PC ma ogni tanto tra un blog e l'altro riuscivo a trovare il tempo di dare un'occhiata alla TV e soprattutto cercare di capire come mai avesse valso la pena fare quel film.
E' stato proprio in una di queste pause, ascoltando alcune cose dette dal protagonista, interpretato da Sean Penn, ho capito una cosa che riguarda noi tutti.
Premetto che il tema del dialogo erano i ricchi petrolieri locali che non contribuivano in alcun modo al benessere della collettività. Ma il problema evidenziato non erano gli aspetti fiscali.
Sull'estrazione delle risorse sotterranee c'è infatti un fattore molto più importante sul quale bisogna pensare : lo spazio occupato, o meglio lo spazio produttivo.
L'estrazione di gas o il petrolio infatti non è una classica attività industriale che fiorisce perchè dentro i suoi "capannoni" ci sono uomini e mezzi al lavoro; l'attività estrattiva cioè non è limitata allo spazio occupato dalla piattaforma o dal pozzo petrolifero, ma funziona attingendo ad un bacino sotterraneo di immense dimensioni, che esula dal quadratino di terra o di mare sul quale insiste.
Tanto per fare un paragone, direi che il minatore non è confrontabile con il contadino.
Chi cerca materie prime occupa spazi via via crescenti man mano che prosegue con la ricerca di nuovi minerali. Al contrario chi coltiva la terra sta sul proprio appezzamento vita natural durante, senza invadere spazi altrui.
Gas e Petrolio che stanno nel sottosuolo, invece, occupano spazi chilometrici che nulla hanno a che fare con il ritrovamento di un grammo d'oro o di una pietra preziosa.Questo non significa che il minatore-petroliere deve lavorare gratis, ma significa solamente che la sua attività non fa altro che portare alla luce beni che sono di tutti come l'acqua e l'aria.
Non mi sento di dire che il petrolio estratto è del petroliere, ma posso dire che è frutto del suo lavoro.
Occupare 100 metri quadrati e poi rivendicare il diritto di accaparrarsi tutto quello che c'è su di un'area vasta qualche chilometro quadrato, mi sembra un tantino da esagerato.
Forse il concetto di diritto di sfruttamento andrebbe un tantino ripensato.
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