Il 31 Maggio in molti saremo chiamati ad eleggere Sindaci e Presidenti di Regione con i loro consiglieri, anche se i sondaggi continuano incessantemente a dire che molti elettori si asterranno dall'andare a votare.
E' un brutto segno, è un segno di stanchezza, di delusione.
E' un segno che si è persa la speranza di cambiare, di fare meglio, di migliorare il nostro paese.
Votare certamente non è un obbligo, ma già negli anni '70 il grande maestro del giornalismo italiano Indro Montanelli, a modo suo, aveva evidenziato l'importanza di andare a votare, scegliendo il minore dei mali, e all'estremo anche "tappandosi il naso".
Oggi le cose sono diverse.
E soprattutto, quando si possono scegliere le persone.
Questa possibilità che abbiamo è più importante di quello che si possa pensare.
Votare il partito non è sbagliato, ma è una delega in bianco.
Talvolta diventa un salto nel buio.
I partiti oggi hanno pochi ideali e pochissimi valori etici. Tantomeno sul futuro dei giovani e dei nostri figli.
Se ascoltiamo le persone, invece, ci accorgiamo che non sono tutte uguali. Ci accorgiamo che possiamo trovare chi mette al centro il valore dell'uomo e della famiglia naturale.
Chi mette al centro la comunione e non la competizione.
Chi mette al centro la solidarietà e non la ricchezza. Chi mette al centro l'economia che gira invece dell'economia ferma dentro le banche.
Certo, votare per il partito è facile, basta metterci una croce sopra e tutto è finito. Quasi in modo per cancellare la nostra responsabilità su quello che succederà dal giorno successivo.
Votare per le persone invece è un impegno, richiede tempi, bisogna cercarle, conoscerle e trovare quelle che condividono i nostri ideali.
E' un impegno, ma è questo l'impegno minimo che ogni cittadino deve prendersi per cambiare.
Votare è un diritto, ma se pensi al futuro dei giovani è un imperativo.
Non lasciare che gli altri decidano per te.
Non abbandonare il paese.
Vai a votare.
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