Venezia, Lunedì 11 Giugno 2016.
Spett.
Presidente
della Repubblica
Sergio
Mattarella
Palazzo del Quirinale
Roma
Egr.
Presidente, Carissimo Sergio,
le
recenti numerose uccisioni di donne avvenute per mano dei loro mariti
o fidanzati,
che spesso coinvolgono anche i figli e si concludono con il suicidio dell'omicida,
fa sorgere in me una domanda importante, una domanda che ci riguarda tutti, uomini e donne, giovani e anziani, politici e cittadini, religiosi e laici.
che spesso coinvolgono anche i figli e si concludono con il suicidio dell'omicida,
fa sorgere in me una domanda importante, una domanda che ci riguarda tutti, uomini e donne, giovani e anziani, politici e cittadini, religiosi e laici.
Quale
uomo vogliamo ? Quale società vogliamo ?
Vogliamo
uomini e donne che passano la domenica al centro commerciale, oppure
la trascorrono tra gli amici o con la famiglia ?
Vogliamo
mamme che per sopravvivere devono abbandonare i figli negli asili
nido o vogliamo mamme che abbiano la possibilità di amare e crescere
i propri figli ?
Vogliamo
scuole dove ai nostri giovani si insegna un libro da imparare a
memoria, oppure vogliamo scuole dove si insegni a pensare e esprimere
la propria creatività ?
Vogliamo
una società dove la parola d'ordine sia produttività, PIL, e
crescita, oppure vogliamo una società dove l'uomo sia libero di fare
il lavoro che gli riesce meglio ?
Vogliamo
una società dove i fondamenti sono nel denaro e nella finanza, o
vogliamo una società
che metta al centro la crescita morale e culturale di ogni persona ?
che metta al centro la crescita morale e culturale di ogni persona ?
Se non
rispondiamo a queste domande avremo sempre più uomini e donne
infelici e frustrati,
con il rischio che sfoghino le loro insoddisfazioni sul primo che gli capita davanti.
con il rischio che sfoghino le loro insoddisfazioni sul primo che gli capita davanti.
Fare
una legge sul femminicidio non serve a niente se continueremo a
vivere in una società
che
non si pone degli ideali, non sceglie una rotta e non imbocca una
strada.
Stiamo
brancolando nel buio per nostra stessa scelta.
Non
aspettiamo di vedere la luce in fondo al tunnel, accendiamo noi la
luce.
Questi
fatti drammatici, con tutto il loro carico di orrore, ce lo chiedono,
ce lo urlano.
Non rimandiamo, non rendiamo vane queste morti.
Non rimandiamo, non rendiamo vane queste morti.
Cogliamo
questo disagio estremo e trasformiamolo in un segnale di speranza e
di cambiamento.
Ne
abbiamo tutti un assoluto bisogno.
Un saluto cordiale e
un augurio di buon lavoro
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