Il Gazzettino di Venezia ha pubblicato una mia lettera il 18 Dicembre che per problemi di spazio è stata in parte accorciata.
http://www.ilgazzettino.it/lettere_al_direttore/m5s_grillini_roberto_papetti_lettera_al_direttore-2148442.html
Per correttezza la riporto in forma completa.
Caro Direttore,
le vicende giudiziarie che negli ultimi giorni stanno tormentando il Movimento 5 stelle, dimostrano come la Politica con la P maiuscola sia una cosa ben differente dall'andare in piazza a sfogare la propria rabbia.
Per carità, manifestare il proprio dissenso fa parte della democrazia e confesso che in qualche occasione sarei sceso anch'io in piazza, ma da qui a offendere sul piano personale i leader di partito, oppure la politica in genere facendo di tutta l'erba un fascio, ha certamente causato dei risentimenti.
Beppe Grillo ha dimenticato cioè che la magistratura è composta da uomini che come tutti noi
sono degli elettori, elettori che ovviamente votano un leader o un partito.
E dato che le offese son cose che non si dimenticano, ora più di qualcuno al Movimento 5 Stelle
vorrà fargliela pagare, come dimostra l'escalation di indagini di questi giorni, una situazione che mi ricorda l'accanimento giudiziario al quale era stato sottoposto Silvio Berlusconi.
Ma da questa situazione emerge un errore molto più grave fatto dai fondatori del Movimento, ossia
quello di averlo spacciato per l'unico partito politico composto da uomini santi, infallibili e integerrimi, con il risultato che ora qualunque minimo errore viene messo sotto la lente d'ingrandimento dalla magistratura.
Non voglio togliere i numerosi meriti che ha il Movimento 5 Stelle, ma spacciarsi per santi senza esserlo significa prestare il fianco al nemico e rischiare una veloce autodistruzione.
La costruzione di un movimento politico che si candida a governare un paese è ben altra cosa.
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