domenica 6 aprile 2014

2014 : il dollaro rischia di diventare carta straccia

Se leggete il primo articolo, capirete che l'aver fatto i "gradassi" con la Russia durante la crisi in Crimea, comporta per gli americani un nuovo problema, forse molto più grave ed imminente del rischio di trovarsi a corto di Gas e Petrolio : il crack del dollaro.
E' infatti quello che accadrebbe se i commerci internazionali abbandonassero in massa e rapidamente il dollaro come moneta di scambio.
E, a quanto sembra... è proprio quello che stanno facendo !!
 

Russia : Gas e Petrolio in Rubli ?


Notizia riportata dal sito di informazione Zerohedge : i colossi russi dell'energia iniziano a siglare contratti in Rubli, anche con la Cina, spingendo gli altri paesi ad abbandonare il dollaro come moneta di scambio nei commerci, e non solo per i prodotti energetici come gas o petrolio.
Ma sulla stessa strada ci sono anche gli europei nei tanti scambi commerciali con i cinesi.
E' l'inizio della fine del dominio americano sull'economia mondiale ?
E, di conseguenza, gli USA rischiano un collasso della propria moneta  ?

Traduzione in italiano
[22-3-2014] Tyler Durden : gas e petrolio in rubli ?


La Cina riduce massicciamente i suoi titoli di debito USA

La notizia è riportata nel notiziario francese reseauinternational.net del 27 Febbraio 2014,  e viene ritenuta uno scoop : la banca centrale cinese si è liberata di titoli di stato americani per 50 miliardi di dollari, iniziando un processo di "de-americanizzazione".
Per la nuova presidente della FED, Janet Yellen, il 2014 inizia con una ulteriore fonte di preoccupazione.
Tra l'altro, notizia dentro la notizia, questi 50 miliardi sembrano essere finiti alla banca centrale del ... Belgio !  Misteri dell'economia.

Traduzione in italiano dell'articolo francese
[27-2-2014]  Dalla deamericanizzazione teorica a quella pratica.

Ma gli europei ... fanno da salvagente !!
[22-2-2014]  La Cina si sta sbarazzando del debito pubblico americano


Putin si prepara all'affare del secolo nel Gas con la Cina

Ma altri venti soffiano contro il dollaro.
Anche a seguito della "guerra" in Crimea, e delle relative sanzioni imposte dai paesi "occidentali" la Russia si volta ad oriente e si avvicina alla Cina, progettando un importante gasdotto per vendere il suo gas naturale ai cinesi, da pagare ovviamente con moneta diversa dal dollaro, o addirittura in oro !

Del resto si mormora che la Russia abbia gas per i prossimi 70 anni.


Traduzione in italiano
[21-3-2014] Petrodollar Allert. Putin, il gas e la Cina

Altre informazioni in tema
[29-5-2012] Lo Shale Gas visto dalla Russia


La fragilità degli Stati Uniti 1 : Il loro enorme debito
C'è un sito internet che riassume in una unica pagina la situazione dei debiti che gravano sui cittadini americani : è il sito www.usdebtclock.org .
E' un contatore che si aggiorna in tempo reale su tutti i debiti degli agli States, da quelli federali a quelli personali, e dal quale si può notare che i cittadini americani sono arrivati ad avere un debito pro capite di oltre 190 000 $ !!!!
E' un valore enorme gravato solo in piccola parte dal debito pubblico Federale  (55.000$ pro capite), ma per il resto dovuto a prestiti personali come l'acquisto dell'auto, il mutuo sulla casa, le carte di credito e i prestiti per gli studi universitari.
E' una situazione dovuta all'eccessiva leggerezza con la quale la FED negli ultimi 50 anni ha emesso titoli di stato (e stampato dollari) e l'allegra concessione di prestiti di qualunque tipo ai cittadini da parte delle banche private.
Ora ci troviamo in un mondo i cui commerci internazionali sono "invasi" dalle banconote verdi, ma  le quali iniziano palesare tutto il loro valore "virtuale".

Vedere per credere !
Il contatore in tempo reale del debito americano




La fragilità degli Stati Uniti 2 : Mercati sopravalutati
Una importante società di analisi americana (JP Morgan) ha indicato come l'indice di Wall Street S&P 500, nei questi primi mesi del 2014, è del tutto simile a quanto valeva prima dello scoppio della bolla speculativa dei mutui subprime del 2008.



Nel sito ZeroHedge , che ha diffuso la notizia il 4 aprile scorso, l'hanno chiamata la Bolla 2.0.

A queste considerazioni ci sono da aggiungere quelle dello scrittore e blogger americano Charles Hugh-Smith , il quale oltre ad avvertire "Non è solo il mercato azionario che sta truccato: l'intera Status Quo è truccato", avvisa che anche l'indice Dow Jones stia aumentando un pochino troppo in questi ultimi anni...

Aumenti ingiustificati dell'indice Dow Jones

Come dire : attenti che gli indicatori ci segnalano un imminente possibile crollo di Wall Street !

sabato 5 aprile 2014

La fine del petrolio - 1

Il petrolio sta finendo, ma stavolta non sono i soliti ambientalisti-allarmisti a sostenerlo; sono economisti e tecnici di fama mondiale, società di consulenza e geologi, docenti universitari, esperti minerari, e tanti altri.
Qui sto cercando di elencare i post più importanti che hanno pubblicato in rete.

PS : In Italia non ci stiamo accorgendo di nulla, forse è il momento di iniziare ad informarsi.


Beginning of the End? Oil Companies Cut Back on Spending

Gail Tverberg, economista (attuario), si interessa di tematiche legate a gas, petrolio, acqua e cambiamenti climatici. Con questo articolo del 25.2.2014 segnala l'inizio della fine : le maggiori compagnie petrolifere hanno deciso di non fare più investimenti, cioè nuovi pozzi o nuove tecnologie, perchè costano troppo, o meglio perchè gli introiti non coprono le spese (il prezzo del petrolio è troppo basso per giustificare nuovi investimenti, e aumentare il prezzo significherebbe mettere in crisi lo sviluppo globale e quindi far calare la domanda di petrolio, rendendo invano comunque l'investimento).
Significa una sola cosa : il petrolio si avvicina alla fine.
Ma c'è di peggio : Nel momento più critico della crisi energetica, le compagnie petrolifere gettano la spugna.

Informazioni in italiano

[25-03-2014] Trad. in italiano di un ottimo articolo spagnolo che spiega i concetti della Tverberg


Cold, Hungry and in the Dark

Bill Powers, un analista energetico indipendente di Washington, ha pubblicato nel 2013 un libro intitolato "Cold, Hungry and in the Dark" nel quale spiega come negli Stati Uniti sta per esplodere il mito dello Shale Gas (gas da argille), nel quale il mondo economico ha posto una eccessiva fiducia, ai soli fini di costruire una bolla speculativa.
Dai 100 anni di indipendenza energetica promessi da un ignaro presidente  Barack Obama, ai 2 anni indicati dai geologi.
Il rischio sarà di ritrovarsi improvvisamente al freddo, alla fame e nell'oscurità.

Informazioni in italiano
[04-10-2013]  Una nuova bolla energetica sullo Shale Gas
[01-04-2014]  Shale Gas, al massimo due anni di abbondanza



Global Oil Market Forecasting: Main Approaches & Key Drivers

Conferenza tenuta da Steven Copits (Managing Directon della Douglas Westwood, società di consulenza energetica britannica), presso la Columbia University il giorno 11 Febbraio2014.
Ha evidenziato come il modo di pensare il modello di calcolo dei prezzi del petrolio (basato sulla domanda) sia ormai superato,e ne andrebbe sviluppato uno completamente opposto; sempre che la Cina, con la sue mole, non entri nel mercato causando ulteriori problemi (= aumento del prezzo dei prodotti petroliferi).

Informazioni in italiano
[04-03-2014] Il sistema energetico nel suo punto critico : Perché non si tornerà indietro



Otra década de excusas [oltre 10 anni di scuse]

Antonio Turiel è in fisico spagnolo che si "diletta" ad analizzare i problemi del picco del petrolio, i problemi delle fonti di energia e le conseguenze sociali.
Il suo blog "The Oil Crash", costantemente aggiornato con dati e grafici di analisti di fama mondiale, è seguito da oltre 3 milioni di utenti.

In questo articolo Turiel riassume tutti i problemi planetari, dallo sviluppo insostenibile, al picco del petrolio, dall'inquinamento all'esaurirsi delle risorse.

Traduzione in italiano
[03-04-2014] Tappare le crepe del muro della realtà col nastro adesivo


The end of cheap oil

by Colin J. Campbell and Jean H. Laherrère, Scientific American, March 1998

Il padre di tutti gli articoli che segnalano la fine del petrolio, scritto da un geologo inglese, consulente per 40 anni delle maggiori compagnie petrolifere mondiali, e da un ingegnere francese, per anni impiegato nella Total, la compagnia petrolifera nazionale francese.
Due tecnici conoscitori dei dati di migliaia di pozzi di petrolio sparsi per tutto il mondo.
Nel 2013 Laherrère ha pubblicato un nuovo suo lavoro, confermando quanto ipotizzato nel 98, ed accusando di immobilismo i governi occidentali, contro il rischio imminente derivante dalla fine del petrolio.

Traduzione italiana
La fine del petrolio a buon mercato



La follia dell'ipendenza energetica Americana... &
Crepe che cominciano ad apparire nel settore del gas naturale
 
Breve e pessimistica disamina dell'analista indipendente Steve S.Angelo (dal sito SRSrocco report) sulla situazione energetica degli Stati Uniti, tra il miraggio dell'indipendenza energetica ed la crescita non più florida della produzione di gas naturale, che minaccia di finire prima del previsto.
E gli europei stanno persino firmando accordi per comprare gas negli USA che..... non hanno nessun terminal per vendere gas !!!


Informazioni in italiano
[03-04-2014] La Strategia USA : verrà in Europa lo Shale GAS Yankee ??

[31-03-2014] Tverberg: L'Assurdità dell'Export di Gas Naturale USA



domenica 30 marzo 2014

Mare del Nord - La produzione del Brent in serio calo

Petrolio, il calo della produzione spaventa la Scozia

La produttività delle società petrolifere nel Mare del Nord dal 1999 ad oggi si è circa dimezzata (da 2,8 a 1,5 milioni di barili, siamo tornati ai livelli degli anni ’70), e questo nonostante gli ingenti investimenti.

Leggi tutto : Valori.it - 20 Marzo 2014


Vedi anche : Archivio storico Corriere

sabato 29 marzo 2014

Energia & Economia - due facce della stessa medaglia che rischia di crollare

Sintesi delle due domande cruciali poste a Jérôme Dangerman, economista specializzato in tecnologia ed energia, nell'articolo "La transizione energetica non sarà un pranzo di gala".
Pubblicato da Qualenergia il 20 febbraio 2014
 

 Ma allora, se non riusciremo a cambiare per tempo il sistema energetico, che cosa ci possiamo aspettare?
Non posso veramente dirlo, il problema delle crisi è che possono assumere molti aspetti e quasi sempre arrivano quando e da direzioni da cui non te le aspetti . Per esempio, parlando solo di crisi a breve-medio termine, un improvviso collasso, potrebbe arrivare se i prezzi dell’energia fossile rimarranno  ancora alti, come ormai accade da diversi anni, o saliranno ulteriormente, drenando troppe risorse dall’economia, provocando un calo della domanda e così un insufficiente afflusso di fondi per far sopravvivere il sistema energetico (che richiede un enorme e costante afflusso di capitali, solo per mantenere la produzione ai livelli attuali). Paradossalmente anche un successo troppo vasto e veloce delle tecnologie energetiche sostenibili, potrebbe innescare una crisi: se la crescita nell’installazione di tecnologie eoliche e solari dovesse veramente esplodere,  potrebbe innescare un improvviso collasso dei giganti dell’energia tradizionale. In parte d’Europa si vedono segni di questo, creando problemi finanziari, fiscali e di occupazione.
Insomma, siamo nei guai?
Mi piacerebbe poter essere più ottimista, ma l’unica cosa che di cui sono abbastanza certo dopo aver analizzato l’evoluzione dei sistemi energetici,  è che il fatto che, dopo i cambiamenti "spontanei" del passato, da legno al carbone, dal carbone al petrolio, sono  ormai da 40 e più anni che, nonostante le molte buone ragione per cambiarlo, il sistema energetico non muta e si irrigidisce, così che, invece di adattarsi al cambiamento, cerca di bloccarlo, ponendo ostacoli all’ingresso di tecnologie che rivoluzionino veramente i paradigmi di produzione e consumo, le uniche che potrebbero ridurre i rischi di collasso improvviso. Questo ci sta mettendo in un crescente stato di rischio, forse è diventato addirittura una bomba che attende il momento di esplodere.



lunedì 10 marzo 2014

Segnali di crisi

Crolla l'export in Cina
Le dogane cinesi hanno rivelato sabato che a febbraio le spedizioni all'estero sono diminuite del.... 18,1% !!!!!

Come dire... nulla di buono all'orizzionte, dato che significa che i paesi occidentali (ossia..sono in crisi).

Il sole 24ore - 10.3.2014





Rischio rialzo nei prezzi di Mais e Grano
La crisi Ucraina-Russia-Crimea può lasciare un segno che prima o poi arriverà nelle nostre tavole.

Il sole 24 ore - 10.3.2014

Ma poi a soffrirne di più saranno per primi i paesi più poveri e popolosi, come ad esempio l'Egitto, con rischi di conflitti sociali.

International Business Times - 6.3.2014

Rischi di crack all'orizzonte



Wall Street, in cinque anni +177%, ma il sesto ?

A Wall Street cominciano a chiedersi se è possibile continuare a guadangare con la borsa, dopo 5 anni di segni positivi, e dopo che le azioni hanno ormai raggiunto un valore enormemente superiore al valore reale delle aziende che "rappresentano". Il crollo può essere imminente ? E soprattutto, un crollo delle borse mondiali quali effetti collaterali avrà ?

Le Repubblica - 10 Marzo 2014

Il Sole 24 Ore - 10 Marzo 2014



Il debito del pianeta sfonda i 100mila miliardi di dollari: è sostenibile ...... ?

Riusciranno i cittadini onesti ad evitare il crollo dei propri Stati, e soprattutto il rischio di trovarsi con il conto corrente a zero ?

Il sole 24 ore - 10 Marzo 2014


sabato 8 marzo 2014

Rischio Cassandra

Cassandra è un personaggio della mitologia greca nota per la sua capacità di prevedere sventure ed altri eventi nefastiche, tanto che oggi questo nome è utilizzato in senso dispregiativo.
Cercare di prevedere il futuro è comunque una attività in cui ci si può cimentare anche senza ricorrere a doni particolarmente miracolosi, ma semplicemente analizzando con un pò di buon senso quello che sta accadendo oggi.
Ecco quindi che qui in seguito cercherò di esporre alcuni scenari che rappresentano un futuro più prossimo, diciamo nell'arco dei prossimi 10-20 anni, dai quali emergono prospettive tutte molto negative o quantomai pessimistiche.

Qualche Esclusione
Dato che ho scelto di usare il buon senso, per ora mi sento di escludere alcuni scenari sul futuro dell'umanità che derivano da visioni un pò troppo fuori dalla realtà .
In primo luogo scarterei quelli che prevedono interventi e/o cause "extraterrestri" come la fine del mondo dovuta ad un asteroide oppure all'arrivo di una nuvola nera o di una serie di astronavi aliene che vogliono distruggere il pianeta. In secondo luogo scarterei gli scenari che rappresentano un mondo nel quale mancano le forme basilari per la sua sussistenza, come ad esempio l'agricoltura, oppure mondi nei quali l'energia vien fuori dal nulla o nei quali non esistono sole, prati, alberi, fiumi o mari, perchè ovviamente questi mondi non sarebbero abitabili.
In pratica escludo mondi che derivano dalla suggestione che ci hanno trasmesso noti libri o film.

 
Scenario 1 - Fine del Petrolio
Il primo scenario deriva dalla certezza che certi fonti di energia, come ad esempio il Petrolio, si stanno esaurendo, come numerosi esperti del settore ci stanno ripetendo da anni. Proprio sul petrolio un articolo scritto da due esperti del settore minerario ("The end of the cheap oil" by Colin J. Campbell and Jean H. Laherrère, Scientific American, March 1998) indica chiaramente questo problema.
Un problema che esiste semplicemente perchè non ci stiamo attrezzando con altre fonti energetiche.


Cosa succederà, in questo scenario, che riguarda un domani neanche troppo lontano ?
Non serve essere un indovino per capire che se diminuisce il petrolio disponibile, come ci insegnano le basilari regole economiche, questo aumenterà di prezzo.
A ruota si avrebbe un aumento dei prezzi di tutti i derivati del petrolio, dalle materie plastiche al gasolio che muove navi, camion e trattori, da che si avrà un aumento dei prezzi di tutte le materie prime, compresi i prodotti agricoli. Come conseguenza ci sarà una contrazione dei consumi e grandi perdite di posti di lavoro. Molte industrie andranno in crisi perchè il costo dei loro prodotti sarà insostenibile, ed in seguito si avrà il collasso del "Prodotto Interno Lordo" (PIL o in inglese DGP).
Questa situazione creerà panico tra i grandi investitori, tanto da causare un crollo generalizzato dei paesi più indebitati (dato che gli investitori cercheranno di abbandonarli cercando lidi più sicuri, cosa già successa).

In questa situazione i governi vedranno drasticamente diminuire le entrate fiscali ed aumentare le richieste di sussidi per disoccupazione. Nel giro di un paio d'anni inizieranno ad esserci gravi problemi di ordine pubblico che sfoceranno in veri e propri saccheggi e assalti ai beni di prima necessità.
Non vado oltre perchè oltre ci saranno guerre per accaparrarsi gli ultimi pozzi di petrolio (alcune in Golfo Persico ci sono già state) ma ancor più probabilmente ci saranno guerre tra città per accaparrarsi la legna per scaldarsi o i prodotti alimentari.
Questo problema emergerà prima di tutto nei paesi fortemente dipendenti dal petrolio, come ad esempio gli Stati Uniti, nazione nella quale il bilancio federale è già ampiamente in "rosso"  (http://www.usdebtclock.org/).
 
Scenario 1b - Fine del Gas
In questo scenario prendiamo come esempio la possibile diminuzione nella disponibilità di gas naturale (il metano). Le conseguenze andranno in questo caso ad impattare prevalenemente nei paesi fortemente dipendenti da questa fonte, come ad esempio la Russia e l'Italia.
Tutto il resto è come per lo Scenario 1.
Dai dati finora diffusi, il gas dovrebbe avere riserve maggiori del petrolio, ma è notizia difine Febbraio 2014 che il gas algerino è stato "momentaneamente" fermato per un eccessivo contenuto di umidità, cioè di acqua.
Ma non è l'ovvio fenomeno che interessa i pozzi quando la risorsa sta finendo ?

 
Scenario 1c - Fine del Carbone
Il carbone serve principalmente per fare energia elettrica e per far funzionare le fonderie. Ha cioè un ruolo importantissimo nel funzionamento della odierna società "tecnologica". Attualmente però i segnli sulle riserve di carbone non sono preoccupanti, anzi si dice che ce ne sia per altri 200 anni.
Personalmente dubito che l'atmosfera possa tenere altri 200 anni di ciminiere che bruciano carbone.
Ma in ogni caso resta senza spiegazione la domanda : come estrarremo il carbone quando non ci sarà più il gasolio per far funzionare camion e scavatrici ? Con le mani ?



Scenario 2 - Inquinamento

Nello scenario 2 entra in campo l'inquinamento, che è principalmente rappresentato dalla crescenete presenza di atmosfera di CO2 (detta anche anidride carbonica o biossido di carbonio), anche se gli inqunanti sono tantissimi e con effetti più disparati.
Secondo questo sito che riporta dati raccolti da istituti di ricerca degli stati uniti (http://co2now.org/ ) il livello dell'anidride carbonica presente nella nostra atmosfera è tale da mettere in pericolo il funzionamento dell'intero ecosistema. Non ho le competenze per spiegare bene il fenomeno, ma il valore è tutt'altro che rassicurante, anzi direi "molto preoccupante".


In soldoni si rischia di mettere in crisi la vita del regno vegetale, che scomparendo causerebbe un ulteriore innalzamento del livello dei CO2 e successivo aumento delle temperature e necessità di trasferire popolazioni intere in zone più temperate. Secondo alcuni esperti questo fenomeno èsarebbe già iniziato. In questa spirale diminuirebbero progressivamente le risorse agricole con conseguente aumento dei prezzi. Le conseguenze sono le solite indicate nello Scenario 1, solo che le guerre non sarebbero per il petrolio ma per il cibo, o meglio per le terre coltivabili. Con un ulteriore lato negativo che in questo scenario il petrolio rimane a disposizione, mentre nello scenario 1 le guerre su larga scala sarebbero più difficili visto lo scarseggiare del petrolio.
A detta degli esperti, comunque, il fenomeno sarebbe difficilmente reversibile e in breve tempo tutto il pianeta finirà "arrosto", in una situazione similare a quella del pianeta Venere.
Questo mio ragionamento è molto semplificato e generale, dato che qui non voglio dare spazio a trattati scientifici (come ad esempio qui su wikipedia alla voce gas serra, dove si spiega il collegamento tra la temperatura degli oceani e la liberazione di CO2, che essi contengono).

 
Scenario 3 - Aumento del Livello dei Mari
Uno dei problemi sempre esposti dal punto di vista ambientale, è che l'aumento della temperatura terrestre comporta un aumento del livello dei mari.Si tratta di un problema dovuto fondamentalmente alla dilatazione termica degli oceani e solo marginalmente allo scioglimento dei ghiacciai.

L'acqua infatti si dilata 100 volte più velocemente rispetto all'acciaio, quindi l'aumento delle temperature potrebbe provocare davvero la modifica della geografia planetaria.  Per l'Italia sono sicuramente a rischio la Pianura Padana ed altri luoghi costieri.
In tale evenienza, come per lo scenario 2, ci sarebbe la necessità di far migrare intere popolazioni, ma inoltre si vedrebbero perdere numerosi spazi dedicata all'agricoltura.
Questo qui sotto è il grafico delle misurazioni del livello medio del mare fatte a Venezia, dal 1870 al 2013, dove esiste un ufficio apposito che studia le maree (Link Comune di Venezia).


E' evidente che nell'ultimo secolo, quantomeno nell'Adriatico, ci sia stato un aumento del livello medio del mare di circa 30 cm, ma altri dati non sono incoraggianti, come indicato dal National Oceanography Centre (sito in inglese - Link), che anzi è preoccupato per le popolazioni costiere.
Comunque questo grafico e altre misurazioni sulla temperatura media dell'atmosfera, confermano che il pianeta è in uno stato di sofferenza, visto che molta parte dell'aumento della CO2 potrebbe essee appunto stata rilasciata dagli oceani che si stanno riscaldando).

 
Scenario 4 - Recessione
La recessione dell'economia è il fenomeno contrario allo sviluppo : gli stabilimenti invece che aumentare la produzione, lentamente la diminuiscono fino a chiudere. I lavoratori disoccupati sono sempre di più e non si sa che cosa fargli fare. Un fenomeno di questo tipo accade quando il mercato è stato saturato di beni e prodotti di tutti i generi. Ad esempio non è necessario costruire case perchè ce ne sono già troppe, non servono nuove automobili perchè tutti se le sono comperate, non servono nuovi telefonini perchè tutti ne hanno uno, ecc.



La recessione causa un calo nelle entrate fiscali dei governi, tanto che, ad esempio, sono costretti a diminuire gli investimenti in opere pubbliche, oppure a diminuire i servizi, come ad esempio la sanità, tutte cose che potrebbero provocare malessere sociale e le problematiche indicate nello scenario 1. La recessione ovviamente viene enfatizzata se aumentano i prezzi dei prodotti energetici come Gas e Petrolio, perchè non si riescono ad immettere nel mercato prodotti a basso costo che potrebbero rimettere in moto l'economia.
Come ad esempio sta succedendo oggi con il petrolio a 100$ il barile.




 
  
Scenario 5 - Energia Gratis
L'eventuale immissione nel mercato di una invenzione che permette la produzione di energia a bassissimo costo, comporterebbe una rivoluzione su scala planetaria.
In primo luogo i paesi esportatori di petrolio si vedrebbero immediatamente ridimensionati sotto tutti i punti di vista, sia economici che politici. Poi le guerre che insanguinano paesi con economie fortemente basate sul petrolio andrebbero rapidamente a diminuire ed in poco tempo l'economia mondiale ne avrebbe importanti benefici.
A breve certi monopoli andrebbero scemando, creando un mercato più competitivo e meno sbilanciato. L'industria avrebbe lavoro per qualche decennio per rinnovare il parco caldaie, il parco automezzi, il parco navale e tanti altri settori energivori.
I vantaggi in termini ambientali inizierebbero in tempi rapidi a dare i loro frutti, anche se gli oceani non risponderanno così velocemente.
Un sistema che prevedesse, ad esempio, l'utilizzo di acqua per estrarre idrogeno, comporterebbe l'immissione in atmosfera di grandi quantità di ossigeno, che potrebbero essere utili per compensare la presenza di Anidride Carbonica a livelli eccessivi.

Peccato che per ora di questa invenzione se ne parla, ma non si vede.