Prendo spunto dal fragore delle campane suonate a festa, che
stamane primo Maggio ho sentito mentre passeggiavo per i giardini pubblici,
fragore che certamente interrompeva il silenzio della giornata non lavorativa.
Un rapido controllo con Google, e cosa viene fuori ? Che il
primo Maggio è una festa nata nel tardo ‘800 in memoria di alcuni operai morti
negli Stati Uniti per rivendicare alcuni diritti tra i quali l’orario di
lavoro.
Non è quindi una festa propriamente “comunista” come si è
abituati a credere, nonostante il gran sventolio di bandiere rosse che si
vedono sfilare nelle piazze il giorno del 1 Maggio.
Nulla in contrario quindi al fatto che la Chiesa cattolica
abbia deciso che il santo di questa giornata sia San Giuseppe lavoratore, ma da
qui a suonare le campane a festa mi sembra un tantino esagerato.
Sembrano suonate ad arte per paura di perdere fedeli, che
vanno in piazza piuttosto che in chiesa, quasi da lotta tra Peppone e Don
Camillo su chi raccoglie più adepti.
Eppure oggi è Martedì, e nei comandamenti si trova scritto “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai
e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore,
tuo Dio”.
Penso che la fede cristiana sia cosa ben diversa dal
frequentare la messa domenicale o festiva.
La Chiesa cattolica farebbe bene ad avviare un esame
interiore per vedere se tutto questo ateismo non sia anche causa di una
eccessiva deviazione dai veri insegnamenti di Gesù Cristo.
Troppe porpore, troppi sfarzi, troppi termini teologici stanno
offuscando la religione cristiana relegandola a riti, a monologhi, a politica,
uscendo dai binari della sua missione.
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