domenica 12 aprile 2015

UOMO SVEGLIATI !

Prima Puntata - Il giocatore di borsa

Carissimo trader, oggi scrivo per te, per cercare di svegliarti dal mondo surreale in cui ti trovi, un mondo fatto di videoterminali e di soldi virtuali, un mondo di frenesia e di brividi, un mondo di rischi e di mordi e fuggi , un mondo nel quale sei immerso e che ti travolge senza darti la possibilità di pensare, di chiederti qual'è il tuo ruolo, quale scopo ha il tuo lavoro.
Io invece sono qui proprio per chiederti di fermarti un attimo e riflettere, per guardare le piazze affari del mondo in modo distaccato, da Wall Street a Milano, da Londra a Tokyo, luoghi che frequenti quotidianamente semplicemente con un tocco sulla tua tastiera o sul tuo smartphone, ma che forse non hai mai guardato da un'altra angolazione.
Se ti fermassi anche solo per un momento, potresti vedere i tuoi clienti, i tuoi padroni, i tuoi Michael Douglas/Gordon Gekko, che non fanno altro che spremerti per avere più soldi dei tanti che già hanno.
E poi ti renderesti conto che anche tu sei una pedina, una foglia al vento dei grandi investitori che fanno il bello e cattivo tempo nei mercati finanziari, che generano tempeste perfette mentre tu puoi difenderti al massimo con un ombrellino tascabile. Non è schiavitù questa ?
Ma fermandoti un istante, soprattutto vedresti la cosa più importante, la cosa che ti differenzia da tante persone che investono tempo e denaro nel proprio lavoro : vedresti che il tuo mestiere non crea nulla. Le tue belle borse non creano nessuna nuova industria, nessun nuovo commercio, nessun nuovo prodotto, e soprattutto nessun posto di lavoro.
Si, ma c'è l'indotto -- dicono alcuni per cercare di giustificarsi -- ci sono i risultati delle aziende nelle quali investiamo. Ma sono solo scusanti. Altrimenti perchè in queste aziende non ci mettete la faccia ? Perché non ci entrate personalmente ? 
Diciamo le cose come sono: il valore sociale del trader è pari a zero. La cescita economica tanto osannata dai governi non è certo merito dei mercati finanziari, e la riprova si legge sui giornali di questi giorni, visto che di crescita non ce n'è nemmeno l'ombra, mentre gli indicatori di borsa sono alle stelle.
I cosiddetti "mercati" sono luoghi dove si cercano solo di arraffare più soldi possibili, ma causando di riflesso povertà nel resto del mondo. Gli svantaggi, in poche parole, superano enormemente i vantaggi. Il rapporto costi-benefici è totalmente sconvolto; forse si dovrebbe chiamarlo rapporto danni-benefici. Un po' come certi prodotti inquinanti, che in fin dei conti non comportano alcun vantaggio.

Forse a tutto ciò non ci avevi mai pensato perchè ti sei sempre ispirato ai magnati della finanza.
E' allora giunto il momento di guardarli bene : per quali meriti hanno tutto il patrimonio che possiedono ? Qualche progresso hanno portato all'umanità ? Non hai notato che anche senza di loro la vita sarebbe continuata senza alcuna differenza ? Questi non sono imprenditori, sono investitori: è una cosa differente, enormemente differente. Adesso la vedremo dal punto di vista fiscale e sarà lampante.

Torniamo di nuovo a te, al fermarsi a guardare il tuo mondo dorato : hai visto che vivi in un'oasi di vantaggi fiscali ?  Non ci credi ? Prova a fare il conto della serva.
Ogni qualvolta acquisti i prodotti finanziari di cui ti occupi (Azioni, Obbligazioni, Titoli di stato, ecc), non paghi la famigerata IVA che tutti i mortali pagano anche quando vanno a prendere il pane e il latte. Qualche stato del mondo ha avuto il coraggio di applicare una tassa sulle transazioni finanziarie, ma sono importi ridicoli, in genere inferiori allo 0,5 %.
Nel frattempo il panettiere, l'idraulico, il falegname, l'impresario e tanti altri, l'IVA la pagano subito appena acquistano i materiali necessari per il loro lavoro. E fino a che la merce rimane nel loro magazzino, l'IVA resta allo stato e non possono “scaricarla”. Tu invece non paghi quasi nulla.
Ti sei mai chiesto come mai godi di questo enorme favore ? Eppure tu, rispetto ai classici imprenditori, non crei posti di lavoro, non assumi maestranze, non acquisti prodotti, non fai girare l'economia.
Al contrario, chi investe impiantando una nuova impresa, costruendo un nuovo capannone, assumendo lavoratori, acquistando macchinari e materie prime, lascia subito una parte del suo “capitale” allo Stato. Contributi previdenziali, Imposte di registro, oneri di urbanizzazione, Ecc..
E paga a prescindere da come andrà la sua nuova impresa. Se l'impresa sarà in perdita, le tasse comunque non le avrà indietro.
Certo, anche tu in borsa ci puoi perdere, ma rispetto agli altri non avrai mai nessuna “perdita” in tasse.
Hai capito adesso la diversità tra imprenditore e investitore ?

A proposito, un'ultima cosa : ti sei mai chiesto come mai più le nazioni sono ricche e meno i politici parlano di tassare le transizioni finanziarie ?
Io il motivo non lo conosco, ma deve pur esserci.

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