In questi giorni non si sentono altro che lamentele da coloro che perdono qualche privilegio a causa della manovra finanziaria o dei tagli agli enti locali. Ma il bello è che il governo le ascolta e fa continui dietro-front.
Fino a neanche un mese fa tutti sembravano favorevoli alla soppressione delle province tanto che la loro abolizione veniva ormai data per certa, mentre adesso, a poco a poco, stanno venendo fuori quelli che ritengono le province indispensabili.
Dii questi esempi ce ne sono a iosa : l'abolizione delle province, l'abolizione dei comuni troppo piccoli, l'abolizione delle società di comodo, degli enti inutili, oppure il contributo di solidarietà, i redditi On-Line, ecc.
Il nostro sistema pensionistico fatto di pensioni d'oro, di baby pensionati che gravano sui lavoratori, di riscatti di Laurea che nulla hanno a che fare con la previdenza, pensionati dell’amianto senza amianto e di tanti altri privilegi, è tutto da rifare, ma non c’è proposta che non veda un’enorme levata di scudi.
Continuando su questa strada, non si potrà modificare nulla.
Le proposte di buon senso, come quelle di abolire le feste infrasettimanali, sono diventate subito indifendibili, soprattutto per quelle religiose. Eppure mi sembrava che Dio avesse detto di riposare il settimo giorno ma non l’8 Dicembre o il 15 Agosto.
Qui nessuno vuole mollare niente, tutti vogliono il loro piccolo privilegio, dai politici ai dipendenti, dai magistrati ai presidenti delle province, dalle cooperative ai rappresentanti sindacali, fino a prendere l'ultimo cittadino di questa Italia.
Non si riescono ad abolire gli ordini professionali, i finanziamenti ai giornali, gli enti inutili, le società monopoliste, gli stipendi milionari, i fannulloni che gravano sulle spalle degli altri e tante altre voragini del nostro bilancio.
Siamo lo stato delle tasse sulle tasse, delle tariffe contorte, delle bollette astronomiche e delle buste paga incomprensibili : il caos aumenta sempre più e nessuno fa nulla per mettere ordine.
Ma c’è di peggio : nessuno vuole ammettere che i soldi sono finiti.
Non ha il coraggio di dirlo il Presidente del Consiglio, né il Ministro del Tesoro, non ha il coraggio di dirlo il partito di maggioranza né il partito di opposizione. Non lo dicono i grillini né il popolo viola, né i verdi né i rossi.
Tutti vogliono continuare a godersi il proprio piccolo o grande lusso, che in verità sono sempre ruberie ai danni degli altri cittadini, ai danni del nostro vicino di casa o del vecchio che vive di stenti con la pensione minima.
Intanto, mentre tutti si lamentano, nessuno decide niente, così disonesti e prestanome, corrotti e corruttori, ladri ed evasori, continuano indisturbati a sguazzare.
E poi tutti pronti ad urlare ai nostri politici "andate a casa".
Ma non ci aveva insegnato qualcuno, circa 2000 anni or sono “Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello” ?
La verità è che l'unico modo per sistemare questa Italia è quello di abolire tutti i privilegi, tutte le storture e tutti i lussi legalizzati, in silenzio senza tanti polli che starnazzano, ognuno che reclama il proprio boccone.
Quindi rimbocchiamoci le maniche e facciamo onestamente il nostro lavoro. Quando i nostri politici vedranno un popolo onesto e lavoratore, che darà loro l'esempio, allora capiranno da soli qual è il bene per la nostra nazione.
lunedì 5 settembre 2011
giovedì 3 marzo 2011
L'universo senza fine - Parte 2
Mi è piaciuto molto il libro di Neil Turok e Paul Steinhardt, due fisici di lingua inglese, intitolato "L'universo senza fine. Oltre il Big Bang".
E' un libro dove la storia della cosmologia viene raccontata dagli autori assieme alla storia della loro vita, narrata in modo da far comprendere ai lettori sia come sono arrivati prendere certe decisioni in contrapposizione rispetto alla teoria ufficiale sulla creazione dell'universo.
Oggi la teoria del Big-Bang per funzionare necessita di un meccanismo evolutivo incredibile che si chiama "Inflazione", una sorta di lievitazione che sarebbe avvenuta in un tempo infinitesimo (10^-30 secondi) e che avrebbe portato l'Universo ad assumere una dimensione 100.000 volte maggiore di quella di partenza.
E' un fenomeno poco credibile, dicono gli autori - e lo pensa anche il sottoscritto - per cui ci deve essere un'altra spiegazione alla nascita dell'universo.
Ecco quindi la proposta di un Universo Ciclico, che si ripete continuamente assicurando la riformazione di galassie e pianeti abitabili, contro l'attuale soluzione del Multiverso destinato alla morte per esaurimento dell'energia termica.
Inizialmente pensavo si trattasse di un libro di cosmologia, ma con un celato scopo "antireligioso", visto che la teoria del Big-Bang ha delle palesi somiglianze con la creazione bibilica, e per certi versi richiede un qualcuno che sintonizzi tutti i parametri per renderlo funzionante.
Invece devo ricredermi : il libro è scritto con sentimento ed entusiasmo di chi crede nelle proprie idee, e le trova più semplici e razionali rispetto alle attuali congetture sull'Universo-Multiverso.
Una proposta tutta da verificare, ma verificabile, anche se ci sono molte parti ancora da sviluppare.
Per gli appassionati un libro da non perdere.
Titolo originale "Endless Universe. Beyond the Big Bang" - 2007.
E' un libro dove la storia della cosmologia viene raccontata dagli autori assieme alla storia della loro vita, narrata in modo da far comprendere ai lettori sia come sono arrivati prendere certe decisioni in contrapposizione rispetto alla teoria ufficiale sulla creazione dell'universo.
Oggi la teoria del Big-Bang per funzionare necessita di un meccanismo evolutivo incredibile che si chiama "Inflazione", una sorta di lievitazione che sarebbe avvenuta in un tempo infinitesimo (10^-30 secondi) e che avrebbe portato l'Universo ad assumere una dimensione 100.000 volte maggiore di quella di partenza.
E' un fenomeno poco credibile, dicono gli autori - e lo pensa anche il sottoscritto - per cui ci deve essere un'altra spiegazione alla nascita dell'universo.
Ecco quindi la proposta di un Universo Ciclico, che si ripete continuamente assicurando la riformazione di galassie e pianeti abitabili, contro l'attuale soluzione del Multiverso destinato alla morte per esaurimento dell'energia termica.
Inizialmente pensavo si trattasse di un libro di cosmologia, ma con un celato scopo "antireligioso", visto che la teoria del Big-Bang ha delle palesi somiglianze con la creazione bibilica, e per certi versi richiede un qualcuno che sintonizzi tutti i parametri per renderlo funzionante.
Invece devo ricredermi : il libro è scritto con sentimento ed entusiasmo di chi crede nelle proprie idee, e le trova più semplici e razionali rispetto alle attuali congetture sull'Universo-Multiverso.
Una proposta tutta da verificare, ma verificabile, anche se ci sono molte parti ancora da sviluppare.
Per gli appassionati un libro da non perdere.
Titolo originale "Endless Universe. Beyond the Big Bang" - 2007.
giovedì 10 febbraio 2011
L'universo senza fine - Oltre il Big Bang
Ci sono alcune caratteristiche dell'attuale teoria del Big Bang, quella che racconta l'evoluzione dell'universo, che non mi sono mai piaciute. Si tratta di quegli elementi, privi ancora di fondamento, che sono stati concepiti dai ricercatori per giustificare alcuni comportamenti dell'universo passato e attuale e denominati in modo un pò bizzarro : l'energia oscura e la materia oscura.
Forse mi sfugge qualcosa, ma mi sembra la prima volta che nella storia della scienza si fa ricorso a delle congetture prive di qualsiasi fondamento per giustificare alcune parti di una teoria, sperando che forse chissà un giorno qualcuno le risolverà.
Uomini "veri" come Einstein e Newton si sono comportati in modo ben diverso, ed hanno pubblicato i loro lavori solamente quando li hanno completati, e risultavano tecnicamente ineccepibili in tutti i loro risvolti.
Oggi invece abbiamo uomini di scienza che si compotano da dilettanti, e propongono teorie mezze abbozzate nella speranza che qualcun altro risolva le parti che loro non sono riusciti a completare.
E' quello che accade con la moderna cosmologia : il modello dell'evoluzione dell'universo che oggi ci viene proposto ha tante aree ancora da completare e che forse non sono nemmeno completabili !
E' come se un palazzo che venisse venduto con piani mancanti, tenuti in piedi da impalcature posticce, e senza nemmeno la licenza edilizia, sperando un giorno di completarlo con un condono !
Se ne sono accorti due fisici, uno americano e uno inglese, che si propongono con questo saggio dal titolo "Universo senza fine", scritto nel 2007, che mette in risalto come alla teoria del Big-Bang possa affiancarsene un'altra, comunque valida, alternativa, dell'universo oscillante.
La lettura è interessante ed avvincente, ed evidenzia il desiderio degli autori di esternare una teoria che loro trovano più precisa dell'attuale modello del Big-Bang.
....Ma solo quando avrò finito di leggerlo, potrò dirvi di più.
Forse mi sfugge qualcosa, ma mi sembra la prima volta che nella storia della scienza si fa ricorso a delle congetture prive di qualsiasi fondamento per giustificare alcune parti di una teoria, sperando che forse chissà un giorno qualcuno le risolverà.
Uomini "veri" come Einstein e Newton si sono comportati in modo ben diverso, ed hanno pubblicato i loro lavori solamente quando li hanno completati, e risultavano tecnicamente ineccepibili in tutti i loro risvolti.
Oggi invece abbiamo uomini di scienza che si compotano da dilettanti, e propongono teorie mezze abbozzate nella speranza che qualcun altro risolva le parti che loro non sono riusciti a completare.
E' quello che accade con la moderna cosmologia : il modello dell'evoluzione dell'universo che oggi ci viene proposto ha tante aree ancora da completare e che forse non sono nemmeno completabili !
E' come se un palazzo che venisse venduto con piani mancanti, tenuti in piedi da impalcature posticce, e senza nemmeno la licenza edilizia, sperando un giorno di completarlo con un condono !
La copertina del libro |
Se ne sono accorti due fisici, uno americano e uno inglese, che si propongono con questo saggio dal titolo "Universo senza fine", scritto nel 2007, che mette in risalto come alla teoria del Big-Bang possa affiancarsene un'altra, comunque valida, alternativa, dell'universo oscillante.
La lettura è interessante ed avvincente, ed evidenzia il desiderio degli autori di esternare una teoria che loro trovano più precisa dell'attuale modello del Big-Bang.
....Ma solo quando avrò finito di leggerlo, potrò dirvi di più.
venerdì 4 febbraio 2011
Dalla matematica alla mente di Dio
Il carissimo matematico impertinente non perde occasione per lottare contro quelle che ritiene siano le irrazionalità delle religioni; la vera religione, a suo dire, è la matematica, che si offre all’intelletto umano come la culla della razionalità e della logica .
Su questo si può anche essere d’accordo, ma un vero uomo di scienza non può analizzare le cose a 350° tralasciandone 10 per pigrizia o perché le si ritiene trascurabili, o tantomeno perché le si ritiene scomode.
Nel suo essere impertinente, infatti, il nostro matematico è stato un po’ troppo impetuoso, tanto da farsi sfuggire alcuni elementi che riguardano proprio la matematica.
Partirei quindi con una domanda che il nostro matematico impertinente non si pone, nè tantomeno prova a rispondere : La matematica è una scoperta o un’invenzione ?
Vediamo in proposito cosa ne pensano alcuni grandi matematici dell’ultimo secolo.
Cominciamo con il tedesco David Hilbert (1862-1943), uno dei più eminenti ed influenti matematici della sua epoca.
Fu Hilbert che agli inizi del ’900 diede il via alla scuola formalista, secondo la quale la matematica è un gioco in cui si gioca con contrassegni privi di significato secondo regole formali concordate in partenza. In poche parole secondo tale disciplina, la matematica è un'attività autonoma del pensiero.
E’ un discorso un po’ complesso, ma che può essere facilmente capito facendo ricorso a questo aneddoto : un giorno Hilbert seppe che un suo studente si era ritirato dal suo corso all’università per fare il poeta, così lui commentò senza tanto scomporsi : “Non sono sorpreso. Non aveva abbastanza immaginazione per diventare un matematico.”
G. Harold Hardy |
Un suo contemporaneo, il matematico britannico G. H. Hardy, non la pensava molto diversamente, visto che nel libro Apologia di un matematico, scrive in proposito “Sono interessato alla matematica solo in quanto arte creativa”.
Per citare un altro inglese, Alan Turing (1912-1954), matematico e logico padre dell’informatica, che in proposito disse : “Il ragionamento matematico può essere considerato piuttosto schematicamente come l'esercizio di una combinazione di due capacità, intuizione e ingegnosità”.
Per certi versi la storia dà ragione all’interpretazione di questi matematici.
Se la matematica fosse stata scoperta, infatti, si dovrebbero conoscere i luoghi e le persone che l’hanno scoperta, come per tante altre conquiste dell’umanità : le onde radio da Hertz e Marconi, l’elettricità da Alessandro Volta, i gruppi sanguigni da Karl Landsteiner, il DNA da Watson e Crick e così via.
Ma per la matematica non esiste nulla del genere, perché le formule non sono state rintracciate come si fa con qualsiasi oggetto fisico che si osserva o si misura o si trova.
Anzi, al contrario i fisici senza le formule matematiche non possono fare nulla, come fu ad esempio per Newton, che per dimostrare le leggi della dinamica, dovette prima crearsi gli strumenti matematici adatti, che a quel tempo non esistevano.
La matematica è quindi un’invenzione : è una scienza concepita dall’uomo inizialmente per risolvere problemi quotidiani quali il commercio, le costruzioni, l’amministrazione dei beni, ecc., ma che poi nel corso della storia si è andata via via sempre più perfezionando.
Ne sono la prova le numerose formule e regole che portano il nome di chi per primo le ha concepite : Pitagora, Euclide, Fourier, Lagrange, Laplace, Euler, Hilbert e tanti altri.
Del ruolo della matematica se ne era reso ben conto Albert Einstein, che nel 1952 scriveva :
La teoria della relatività è un meraviglioso esempio di come la matematica ha fornito lo strumento teorico per una teoria della fisica, senza che il problema di fisica abbia avuto un ruolo risolutivo per le corrispondenti creazioni matematiche.
Albert Einstein |
Einstein riconosce quindi ai matematici il grande merito di aver creato delle formule con le quali la fisica ha potuto descrivere il funzionamento del mondo, mentre ammette che non è vero il contrario.
Ma Einstein va oltre, e lo dimostra con la sua famosa frase: «L’eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità ».
Com’è possibile, si chiede Einstein che la fisica spieghi il funzionamento dell’intero universo utilizzando le formule matematiche che l’uomo ha concepito per risolvere questioni quotidiane ?
Per non citare le formule create per sfizio dei matematici !
Quindi, se da un lato abbiamo risposto alla domanda iniziale, concludendo che la matematica è un’invenzione, ora si pone un problema molto più grande, che possiamo riassumere con una nuova domanda : Se la matematica è nata nella mente dell’uomo, come si spiega l’esistenza della fisica ?
Com’è possibile che i lavori matematici sviluppati dalla fantasia di David Hilbert siano indispensabili per risolvere i problemi della fisica quantistica ?
L’inglese G.H.Hardy, in proposito disse "Io non ho mai fatto niente di utile. Nessuna mia scoperta ha fatto o potrebbe fare, direttamente o indirettamente, nel bene o nel male, la minima differenza per la piacevolezza del mondo."
Il suo credere alla matematica pura è evidente, ma al contrario di quello che potesse immaginare, nella realtà le sue formule si dimostrarono necessarie per risolvere problemi statistici della meccanica quantistica.
Dato che per ora, non esiste una risposta ufficiale su questo tema, e nemmeno ufficiosa, posso liberamente provare a formulare un paio di ipotesi :
Prima ipotesi : la matematica esiste e governa l’universo a prescindere dall’esistenza dell’uomo; l’uomo non la inventa, ma semplicemente la riscopre con logica e ragionamento, apprendendole involontariamente dal comportamento della natura.
La matematica è dentro di noi perché ne siamo immersi, è costantemente sotto i nostri occhi.
Seconda ipotesi : la matematica è una scienza che viene dal creatore del mondo, che l’ha utilizzata per plasmare l’universo e tutto ciò che lo compone, noi compresi.
Non c’è quindi nulla di strano se scopriamo che l’uomo ha nella sua mente logica e razionalità, visto che è costruita «A immagine e somiglianza di Dio».
La matematica è dentro di noi perché la nostra mente è similare a quella di colui che l’ha concepita.
Ora, qui mi fermo, visto che in queste due ipotesi c’è abbastanza materiale con il quale discutere e riflettere per i prossimi…. decenni.
Ma visto quello che si sente e si legge in giro, penso che la stragrande maggioranza delle persone sia favorevole alla prima ipotesi.
Un’ipotesi che chiude sbrigativamente la questione senza provocare altri problemi : si chiude la porta di casa, e a quello che c’è fuori non ha più nessuna importanza, non esiste più.
Peccato, perché pensandoci bene proprio matematica e logica potevano essere la dimostrazione dell’esistenza del grande regista che ha messo in piedi l’infinito spettacolo dell’universo.
martedì 18 gennaio 2011
Scherzi da prete e stranezze da Big Bang
(Riflessioni per matematici impertinenti)
Cosa ci dice la scienza oggi relativamente all’universo, alla sua nascita, formazione ed evoluzione ? Ci offre una ricostruzione molto accurata, che passa sotto il nome di teoria del Big Bang, secondo la quale l’universo ha avuto origine da una grandissima esplosione, avvenuta circa 13 miliardi di anni fa, dalla quale è nata la materia, l’energia, lo spazio ed anche il tempo.
Insomma secondo questa teoria, quel giorno tutto ebbe inizio.
L’ipotesi che la nascita dell’universo fu determinata da evento iniziale fu proposta per la prima volta nel 1927 dal fisico ed astronomo Georges Lemaitre, sacerdote belga di formazione gesuita, che mise assieme la Relatività di Einstein e l’espansione dell’universo osservata dall’americano Edwin Hubble, chiamandola ipotesi dell’atomo iniziale.
L’ipotesi ovviamente era tutta da verificare, tanto che nel frattempo dalla comunità scientifica arrivarono ipotesi contrapposte, come quella avanzata dall’astronomo inglese Fred Hoyle, che proponeva un modello statico dell’universo.
Ironia della sorte fu proprio Hoyle nel 1949, durante una trasmissione radiofonica della BBC, a coniare il termine Big Bang, tra l'altro con intento dispregiativo.
Pur tuttavia, quando tale teoria venne proposta, fu rifiutata da moltissimi scienziati perché ricordava troppo da vicino la creazione divina.
In proposito, ad esempio, affermava l’astronomo inglese Sir Arthur Eddington, : "Filosoficamente, la nozione di un inizio del presente ordine della Natura mi ripugna e vorrei trovarvi una genuina scappatoia ".
Oggi la teoria del Big Bang ha trovato molte conferme, ma ha bisogno di tante altre informazioni per essere completata, tanto che ci sono numerosi scienziati che ne richiedono una profonda revisione.
Certo, oggi, pensare che la più grande di tutte le teorie scientifiche, quella spiega la formazione e l’evoluzione dell’universo, sia stata ideata da un prete, fa uno strano effetto !!!
Einstein ed Eddington |
Poco male, nel frattempo vorri riportare i miei quattro lettori nei binari della scienza ribadendo un concetto importante, cioè che la teoria einsteiniana della Relatività non è un concetto fumoso tutto da verificare.
In primo luogo alla sua verifica ci ha pensato proprio Eddington osservando un’eclisse del 1919, ma poi, badate bene, le formule della relatività sono quelle che permettono il funzionamento dei navigatori satellitari posti dentro le nostre automobili !!!
Nulla quindi di più collaudato.
Ebbene uno dei concetti fondamentali della relatività è che nell'universo il tempo e lo spazio sono un tutt’uno, fusi nello spaziotempo.
Ebbene uno dei concetti fondamentali della relatività è che nell'universo il tempo e lo spazio sono un tutt’uno, fusi nello spaziotempo.
Tutto ciò comporta una stranezza difficile da digerire.
Come detto all’inizio, con il Big Bang tutto ha avuto inizio, e quindi prima di quel momento fatidico, non c’era nulla, nemmeno lo spazio vuoto e buio. Niente di niente, niente spazio e niente tempo.
Ma se spazio e tempo viaggiano a braccetto, non ha nemmeno senso chiedere “cosa c’era prima” perché non esistendo il tempo non ci può essere nessun prima.
Questo piccolissimo particolare porta ad una conseguenza, che alcuni troveranno banale, ma che trovo corretto ribadire, come espose nel V secolo Sant’Agostino nelle sue Confessioni.
Se il creatore del mondo esiste, Dio o qualunque nome vogliate dare al grande regista che lo ha architettato, è un essere che vive al di fuori del nostro tempo.
Non può aver creato il mondo durante il tempo, ma deve averlo creato con il tempo.
Energia, materia, spazio, tempo : tutto è stato creato assieme.
E come era stato per l’atomo primordiale di Lemaitre, ancora una volta un ragionamento sulla nascita dell’universo, va a combaciare con i dogmi di alcune religioni, in particolare di quelle che nella loro fede comprendo l’atto della creazione.
Sono certamente in prima linea l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam – che hanno in comune parti della Bibbia – e che vedono in Dio l’essere eterno creatore del mondo.
Una cosa comunque è certa : Agostino facendosi guidare dalla logica e dalla ragionevolezza aveva capito che il tempo è tutt’uno con lo spazio dell’universo, 15 secoli prima che Albert Einstein lo dimostrasse matematicamente !!
sabato 15 gennaio 2011
Perchè il mondo è matematico ?
(Risposte per matematici impertinenti)
La bella domanda se l'è posta il matematico ed astronomo londinese John David Barrow, che ne ha fatto un breve libro dove prova a formulare alcune ipotesi.
La domanda nasce dal fatto che il pianeta in cui viviamo e l'universo intero sono governati dalle precise regole della matematica : dalla gravitazione universale, al funzionamento della luce, dalla chimica alla meteorologia, dalla relatività alla fusione nucleare e così via.
L’universo non è un ammasso informe di materia inerte, come potrebbe essere un cumulo di sassi, ma invece è un entità che si evolve ordinatamente nel tempo e nello spazio secondo precisi schemi.
Schemi, o meglio fenomeni, che sono esprimibili mediante formule matematiche che l'uomo è riuscito a “carpire” alla natura, a partire da Galileo, tanto che oggi, applicandole possiamo prevedere dove sarà la luna domani, come saranno le maree, il tempo, e tanto altro.
Persino l’elettrone può essere localizzato, seppur in modo approssimato, nel suo moto attorno al nucleo atomico, grazie alle equazioni della meccanica quantistica.
Del resto è proprio perché l’universo è matematico che è deterministico, ossia ne possiamo prevedere e calcolare i comportamenti, come osservava Laplace nel suo saggio del 1812.
Ma al determinismo degli oggetti materiali, si contrappone il libero arbitrio di cui gode la nostra mente, come dimostra ad esempio il tennista : lui può arbitrariamente decidere dove tirare la palla, mentre la palla può solo obbedire al colpo del tennista (ed alle leggi della dinamica).
Direi che noi uomini siamo talmente immersi in tutta questa abbondanza di leggi fisiche, che diamo per scontata la loro esistenza.
L’universo è matematico e basta.
Ma approfondendo la questione dell’universo matematico ci possiamo accorgere della grande contraddizione che contiene, e che nessuno finora sembra aver avuto il coraggio di esternare.
Non si trovano particolari riflessioni su questo tema nemmeno nel mondo filosofico.
Tutto comincia con il grande matematico tedesco David Hilbert, fautore di numerosi lavori su cui poggia la scienza e la tecnologia moderna, ma che agli inizi del ‘900 inizia uno studio che si prefigge di trovare un linguaggio matematico che potesse provare da solo la propria consistenza o coerenza, un’opera chiamata assiomatizzazione.
Hilbert è talmente convinto di questo lavoro che lo preannuncia pubblicamente in pompa magna con una frase molto famosa : “dobbiamo sapere, quindi sapremo”.
Purtroppo non aveva fatto i conti con Kurt Gödel, un giovane studente dell’università di Vienna che nel 1931 presentò un paio di teoremi che dimostravano proprio il contrario : un sistema formale come la matematica o l’aritmetica, non può dimostrare la sua completezza.
Nonostante le sue buone intenzioni, il tentativo di Hilbert era fallito, e la vicenda si concludeva con una sorta di “non è possibile sapere”.
Kurt Godel |
In poche parole la matematica non può dimostrare sé stessa, o meglio non possono esistere i sistemi “autoreferenziali”.
Questo significa, ad esempio, che la matematica e l’aritmetica, benché discipline razionali e formali, devono essere costruite dall’esterno attraverso la coscienza e l’intelligenza dell’uomo.
Tutto questo ragionamento può sembrare pura chiacchiera, storia passata, ma implica un problema ben più grande.
La matematica infatti è la massima astrazione del funzionamento dell’universo, è l’espressione del suo funzionamento.
Se la matematica non è auto-sussistente, dato che l’universo si basa su di essa anche l’universo stesso non è auto-sussistente,.
Se la matematica per iniziare la sua "esistenza" necessita di un’entità cosciente – pensante che ne dia il via, vale la stessa cosa anche per l’universo.
Ma ciò, data l’assenza, almeno per ora, di altre ragionevoli o plausibili soluzioni, porta ad una sola conclusione, ossia che... l’universo abbia un creatore !
Visto che l’universo è matematico e le regole della matematica per “iniziare” hanno bisogno di una scintilla esterna che le metta in moto, affinché esista l’universo è necessaria la presenza di un essere superiore, pensante, intelligente, razionale, che crei lo stesso universo con tutte le regole matematiche che ne permettono il funzionamento.
In poche parole l’esistenza di un universo che si comporta matematicamente è la dimostrazione dell’esistenza di un regista che lo ha creato.
Tutta questa riflessione non si pone come scopo quello di dimostrare l’esistenza di Dio, tantomeno di convalidare questa o quella religione, visto che non sarebbe nemmeno il primo tentativo di dimostrare l'esistenza di Dio con la matematica.
Sotto certi aspetti la dimostrazione matematica dell’esistenza di Dio sarebbe la migliore, visto che la matematica con il suo rigore e le sue verità è la massima espressione della razionalità.
Del resto un noto matematico impertinente ha tradotto i primi versi del Vangelo secondo Giovanni in questo modo, modo che io ho trovato particolarmente piacevole :
In principio era la ragione
E la ragione era presso Dio
E la ragione era Dio.
Del resto se Dio esiste non può che essere il massimo depositario della ragione, altrimenti come avrebbe fatto a creare l’universo con tutta la matematica che lo fa funzionare ?
lunedì 10 gennaio 2011
L'etere non esiste !
Sembra impossibile, ma nonostante sia passato oltre un secolo dall'esperimento che dimostra l'inconsistenza dell'idea dell'Etere, se ne continua ancora a parlare.
Sull'esistenza dell'etere si è detto tutto e il contrario di tutto, così è molto facile trovarlo citato in testi ed articoli, pseudo-scientifici, che lo richiamano con trionfalismo quando devono giustificare concetti vaghi, energie misteriose, effetti paranormali e quant'altro di impossibile o improbabile.
L'etere "luminifero", il presunto mezzo che secondo la fisica settecentesca doveva servire alla propagazione delle onde elettromagnetiche, luce compresa, in realtà non è mai esistito, come non esiste il suo scopritore, tantomeno l'inventore.
A questo punto, qualche citazione da Wikipedia non farebbe male :
Il primo a citare l'Etere, scientificamente parlando, sembra essere Newton nel 1700, che usè questo termine per giustificare un punto sul quale la luce doveva "appoggiarsi" per viaggiare.
Del resto in quel periodo la scienza era agli albori, ed era da poco uscita dal medioevo in cui Aristotele l'aveva fatta cadere, con i suoi concetti filosofici tra i quali "la natura rifugge il vuoto" (horror vacui).
Mettere un mezzo su cui appoggiare la luce, fu una sorta di necessità, anche se era priva di alcuna giustificazione tecnico-scientifica.
Oggi sappiamo bene che non esistono nè la Pietra Filosofale, nè il "Vento dell'Etere", concetti che lasciamo a maghi e ciarlatani ..... e a coloro che ci vogliono credere.
E per quanto riguarda l'Etere, sappiamo anche molto bene che non può esistere.
Lo hanno dimostrato i fisici americani Michelson e Morley nel 1887 con un noto esperimento, e lo ha confermato Albert Einstein con la teoria della Relatività ristretta del 1905, grazie alla quale funziona il sistema dei satelliti GPS che ha portato nelle nostre auto i navigatori satellitari.
Certamente nessuno di questi uomini di scienza si è esposto personalmente per dichiarare che l'Etere non esiste, ma essendo un concetto più filosofico che scientifico, non ne hanno certamente sentito la necessità.
Peccato il termine sia rimasto per troppi secoli nella credenza popolare a tal punto da rendersi quasi indelebile, tant'è che oggi si utilizza il termine nel linguaggio comune per indicare in maniera generalista la trasmissione di dati senza cavo, emissioni radio televisive comprese.
Perfino le reti tra PC sono identificate da un termine, coniato dall'americano Bob Metcalfe, che unisce la parola Etere con la parola rete (in inglese Net), dalle quali deriva il termine ETHERNET.
E allora...a proposito di reti...buona navigazione !
Sull'esistenza dell'etere si è detto tutto e il contrario di tutto, così è molto facile trovarlo citato in testi ed articoli, pseudo-scientifici, che lo richiamano con trionfalismo quando devono giustificare concetti vaghi, energie misteriose, effetti paranormali e quant'altro di impossibile o improbabile.
L'etere "luminifero", il presunto mezzo che secondo la fisica settecentesca doveva servire alla propagazione delle onde elettromagnetiche, luce compresa, in realtà non è mai esistito, come non esiste il suo scopritore, tantomeno l'inventore.
A questo punto, qualche citazione da Wikipedia non farebbe male :
L'Etere era la personificazione divinizzata dell'atmosfera intesa come cielo più puro. Si trattava dell'aria superiore che solo gli dei respiravano, in contrapposizione all'aria respirata dai mortali.ma anche
L'etere, sinonimo di quintessenza , era un elemento che secondo Aristotele si andava a sommare agli altri quattro già noti: il fuoco, l'acqua, la terra, l'aria. Secondo gli alchimisti, l'etere sarebbe il composto principale della pietra filosofale.Insomma si tratta di un concetto filosofico nato per giustificare le cose inspiegabili, una sorta di uscita di sicurezza alla quale indirizzare i concetti non meglio precisati !
Il primo a citare l'Etere, scientificamente parlando, sembra essere Newton nel 1700, che usè questo termine per giustificare un punto sul quale la luce doveva "appoggiarsi" per viaggiare.
Del resto in quel periodo la scienza era agli albori, ed era da poco uscita dal medioevo in cui Aristotele l'aveva fatta cadere, con i suoi concetti filosofici tra i quali "la natura rifugge il vuoto" (horror vacui).
Mettere un mezzo su cui appoggiare la luce, fu una sorta di necessità, anche se era priva di alcuna giustificazione tecnico-scientifica.
Oggi sappiamo bene che non esistono nè la Pietra Filosofale, nè il "Vento dell'Etere", concetti che lasciamo a maghi e ciarlatani ..... e a coloro che ci vogliono credere.
E per quanto riguarda l'Etere, sappiamo anche molto bene che non può esistere.
Lo hanno dimostrato i fisici americani Michelson e Morley nel 1887 con un noto esperimento, e lo ha confermato Albert Einstein con la teoria della Relatività ristretta del 1905, grazie alla quale funziona il sistema dei satelliti GPS che ha portato nelle nostre auto i navigatori satellitari.
Certamente nessuno di questi uomini di scienza si è esposto personalmente per dichiarare che l'Etere non esiste, ma essendo un concetto più filosofico che scientifico, non ne hanno certamente sentito la necessità.
Peccato il termine sia rimasto per troppi secoli nella credenza popolare a tal punto da rendersi quasi indelebile, tant'è che oggi si utilizza il termine nel linguaggio comune per indicare in maniera generalista la trasmissione di dati senza cavo, emissioni radio televisive comprese.
Perfino le reti tra PC sono identificate da un termine, coniato dall'americano Bob Metcalfe, che unisce la parola Etere con la parola rete (in inglese Net), dalle quali deriva il termine ETHERNET.
E allora...a proposito di reti...buona navigazione !
Iscriviti a:
Post (Atom)