domenica 24 agosto 2014

Il mondo è come un immenso centro commerciale


Il mondo è come un immenso centro commerciale.
Soltanto che in questo immenso centro commerciale, ci sono personaggi che continuano ad aggiungere piani uno sull'altro, senza pensare che prima è necessario rinforzare le fondamenta.
Sono finanzieri, speculatori e giocatori di borsa che, visto il giro d'affari, trovano comodo che i loro investimenti aumentino vertiginosamente il loro valore, anche se questo manca di tutto il contatto con la realtà.
Non ci credete ? Proviamo a fare un giro per vedere come stanno le cose.


Nella nostra visita al centro commerciale partiamo dall'Ala Ovest dove i lavori di sopraelevazione dei negozi prosperano : è la zona dei Negozi Uniti.
Qui la potentissima direttrice, Janet Yellow, benedice i lavori dando ordine di stampare tonnellate di buoni acqusto di colore verde che i negozi usano a fondo perduto per l'acquisto dei materiali da costruzione.
In particolare ci sono i commercianti della Strada del Muro che alla vista di cotanta disponibilità, festeggiano e lavorano anche di notte pur di inaugurare nuovi spazi ed iniziare ad incassare.

Del resto, anche dal Palazzo Bianco, da dove dipendono le autorizzazioni per l'elevazione dell'ala ovest, il consiglio comunale continua a rilasciarle senza considerare le ripercussioni future sulla città e senza verificare la staticità delle fondamenta, ma pensando solamente alle tasse incassate.

Passiamo ora alla parte più vecchia del centro commerciale : è l'ala centrale, dove gli affari vanno molto a rilento, tanto che il direttore Mario Drake sembra perplesso sul da farsi; i commercianti dei piani alti vogliono procedere a sopraelevazioni anche in assenza di incentivi, quelli dei piani bassi invece attendono che il direttore eroghi stanziamenti a fondo perduto, tanto che qualche giornalista buontempone ha iniziato a chiamare quest'area zona buco.
In realtà nella zona buco, occupata dai commercianti di carne di PIGS, le vibrazioni dovute ai lavori di sopraelevazione hanno causato davvero danni : il crollo del negozio Aristotelis e un'ampia crepa allo sportello bancomat dei Lusitani.
Nonostante gli eventi che dimostrano la pericolosità di sopraelevare la vecchia Ala Centrale, anche il consiglio comunale di Stra-Burgo, che sovrintende le autorizzazioni ai lavori, propende per un lascia fare, senza accorgersi che rischia di tradursi in un lascia crollare.
Misteri su quali siano le politiche commerciali che vuole intraprendere il ristorante Pizza e Spaghetti visto il continuo cambio del suo direttore. Tra i commessi, riuniti in assemlea sindacale, qualcuno ha suggerito di uscire dalla zona buco, ma la maggior parte di loro non ne vuole sapere di fare scale in salita con il peso degli scatoloni, quindi decidono di raccogliere le firme per richiedere al direttore Mario Drake la costruzione di un ascensore. Anche La Corrida sta praticando la sopraelevazione dei piani in modo di aumentare il giro d'affari, ma lo fa tagliando sul personale, con il rischio di una rivolta da parte dei commessi.
Di aiutare i negozi danneggiati la grande birreria Angelina Marche non ne vuole sapere, mentre la pasticceria Crepes è troppo presa dalle incrinature alle proprie vetrate per occuparsi dei problemi degli altri, così nel caos nessuno decide nulla.

Fanno storia a parte il pub Tè e Cornamuse, che starebbe per separarsi in due distinti negozi, ma dicono che non potrà più contare sulla vendita dell'Olio Grezzo del Nord, visto che la piantagione di alghe marine si è quasi estinta.
E poi c'è il negozio di orologi Montagne Alpine, neutrale come al solito, che diversamente dagli altri vuole attivarsi per rinforzare le fondamenta : manca solo che l'assemblea dei soci per l'autunno deliberi la spesa.

L'unico che sembra disinteressato a tutti questi problemi è Ba-Zar, il grandissimo negozio che vende di tutto, dai colbacchi alle matrioske, dalle bombole del gas alle taniche di benzina; per lui sembra che i commerci vadano come al solito senza grandi sussulti e senza crisi, ed anzi sembra ridere delle varie dispute condominiali che coinvolgono i negozianti del centro commerciale.

Poi c'è la grande ala orientale , dove domina il grande ipermercato Il Mandarino, con oltre un miliardo di commessi. All'apparenza questo ipermercato sembra non interessato a nuovi commerci, ma in realtà di notte manda sul tetto schiere di commessi per fare anche lui lavori di sopraelevazione, commessi sottopagati o pagati con buoni acquisto che si stampa da sè.
Qualcuno sussurra che per fare i pilastri usino cemento senza ferro e che per fare la malta usano solo sabbia, ma apparentemente i lavori sembrano svolti alla perfezione.Tanto che importa, gli altri negozi di questa ala sono talmente piccoli non possono certamente impensierirlo.

L'unico negozio che potrebbe rosicchiare quote di mercato al Mandarino sarebbe il centro di telefonia e televisori Sol Levante Electronics, ma dopo i danni causati dall'alluvione caduta dal soffitto, che ha danneggiato anche le caldaie lasciando al freddo ampie zone del negozio, non si è più ripreso.
Nonostante tutto, anche il direttore del Sol Levante si sta adoperando per aggiungere piani nella speranza di allargare il giro d'affari e di tornare agli antichi splendori, ma qualcuno sussurra che i debiti accumulati per questi lavori non potranno essere mai ripagati e che il fallimento sia alle porte.

Poi a Sud c'è la cosiddetta Ala Latina, nella quale la situazione è ancora più complessa e domina il caos; nessuno ha risorse per costruire altri piani ed addirittura ci sono commercianti che non hanno più merce da vendere e stanno vendendo anche gli scaffali pur di non chiudere; altri tengono aperto vendendo psicofarmaci fatti in casa, mentre quelli che hanno già avuto vari crolli hanno convertito i loro negozi in pista da ballo per insegnare il tango.

Per finire ci sono gli affollati Outlet del seminterrato,  frequentati soprattutto dai clienti meno abbienti, quelli che rischiano più di chiunque altro, perchè se avvenisse un crollo sarebbero i primi a soccombere.

Ma mentre i negozianti bisticciano e pensano alla loro attività, non si accorgono che paradossalmente non servono grandi crolli per mettere KO il centro commerciale.
Basta una piccolo crollo sopra il tubo del gas ed ecco che si ritrovano tutti al freddo, oppure sopra la centrale elettrica, ed ecco che si ritrovano al buio e senza aria condizionata.
E tutti a casa.
Ma sono troppo impegnati ad ampliare i loro affari per rendersene conto.



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