domenica 20 settembre 2009

Paura della morte

Giorni addietro per un viaggio di lavoro ho preso l'aereo, come mi è già capitato altre volte, ma questa era la prima volta che mi capitava di avere un prete seduto a fianco, con il suo breviario.
Mi ha fatto una certa impressione vederlo farsi il segno della croce prima del decollo, perchè mi sembra un segno di debolezza, o di poca fede.
A tutti può far paura la morte violenta, come quella che avviene durante un incidente, ma in ogni caso mi ha colto allo sprovvista vedere segnarsi un sacerdote, che in quel momento era sicuramente impaurito.
Il fatto che oggi gli aerei viaggino con la porta della cabina di pilotaggio chiusa è sicuramente meno rilassante per i passeggeri; la porta aperta dava al volo un che di ambiente familiare, e portava sicuramente un po' di serenità nei passeggeri, ma dopo l'attentato alle torri gemelle questo elemento calmante per i passeggeri l'abbiamo purtroppo perso.
Sto comunque divagando, visto che non volevo scrivere questo post per parlare dell'ansia dei passeggeri negli aerei, ma volevo parlare della paura della morte.
Dunque la morte è una cosa normale, che fa parte della vita, e l'uomo di fede non dovrebbe averne paura, invece anche dalle più alte cariche del clero romano vediamo messaggi che parlano di vita ad ogni costo, anche per i malati terminali.
Staccare la spina di un uomo in stato vegetativo è considerato alla pari di un omicidio, e la vita, dicono, deve essere preservata con ogni mezzo.
Ma se al tempo di Gesù Cristo la vita media arrivava si e no a trent'anni, per quale motivo dobbiamo "scannarci" per malati di oltre cinquanta, magari in stato vegetativo da un decennio ?
Le macchine per il mantenimento in vita sono state inventate dall'uomo, e come tali vanno considerate; non ci sono state fornite da Dio quali corredo per la vita.
Forse tutta questa paura della morte che arriva da tanti vescovi, cardinali e teologi e alti prelati deriva dalla loro poca fede, o dalla loro poca rettitudine.
L'uomo onesto non ha paura della morte.