domenica 16 settembre 2018

Gli Schiavi della Domenica

 C'era una volta una regola che diceva che la domenica è sacra, perché dedicata ad altre cose che non fossero lavoro, come il riposo o l'osservazione della natura, del mondo in cui viviamo.
Oggi questa cosa non esiste più e la domenica, per moltissime persone, è diventata un giorno lavorativo come tutti gli altri.
Fine di molti rapporti familiari ed interpersonali.
E questo mi è del tutto evidente, nonostante io generalmente sia favorevole alla libertà di impresa e di iniziativa.
Ma trasformare la domenica di Dio in un giorno da dedicare al dio denaro, al contrario, è un espressione della schiavitù dell'uomo, non di libertà, sia dell'imprenditore che dei lavoratori.
Dimostra che l'uomo non riesce a vedere che là fuori c'è altro al quale dedicare il proprio tempo oltre ai soldi.
L'uomo è un essere sociale ed ha bisogno anche dei rapporti con gli altri, che non necessariamente si consumano nei centri commerciali. Esistono anche i laghi, i colli, le città d'arte, la casa degli amici, il mare e tanto altro, tutte cose che fanno parte dei miei ricordi di gioventù, negli anni '80.
Non si cresce culturalmente, spiritualmente e intellettualmente stando dentro ai negozi, né si impara a conoscere la geografia e le bellezze del proprio paese stando chiusi dentro un centro commerciale.
Inoltre, come ha ricordato qualcuno, l'Italia ha sempre funzionato anche con i negozi chiusi la domenica, boom economici compresi.
Ecco che questo è un buon punto per iniziare a guardare questa storia da un'altra angolazione, dal quale ci possiamo rendere conto che le cose stanno diversamente.
Ci accorgiamo cioè che la civiltà dei consumi ha ormai toccato il suo apice, visto che da qualche tempo i centri commerciali stanno chiudendo. Un'onda che negli Stati Uniti è già partita e che adesso sta arrivando anche qui; basta guardare quanti punti vendita sono stati chiusi quest'anno e quanti spazi siano chiusi nei centri commerciali.
E il motivo è semplice : si sono venduti troppi televisori, troppi cellulari, troppo di tutto e adesso il mercato arranca.
I negozi delle città d'arte non c'entrano nulla.
Le aperture domenicali sono solamente il raschiare il fondo di un barile per prolungare l'agonia delle enormi strutture costruite per realizzare i centri commerciali, molti dei quali sono già insostenibili.
Schiavizzare donne e uomini anche la domenica per tenere in piedi un malato in metastasi è assurdo e dimostra l'ottusità che abbiamo davanti.
Anzi, mi sembra evidente che sia stata una mossa per salvare le banche che li tengono in piedi.



PS : chi era il presidente del consiglio all'epoca della liberalizzazione delle domeniche ? Un esperto di negozi, un commerciante o un esperto di banche ?