domenica 26 dicembre 2010

E' Natale quando...




Se riesci a perdonare chi ti ha offeso, é Natale.
Se ti impegni perché vi sia giustizia tra gli uomini, è Natale.
Se sollevi dal dolore chi soffre, è Natale.
Se tendi una mano verso i bisognosi, è Natale.
Se regali un sorriso anche ad uno sconosciuto, è Natale.
Se riconosci con umiltà i tuoi limiti, è Natale.
Se vivi seminando fiori senza spine, è Natale.

Se in te c'è amore per tutti, è veramente Natale.

Buon Natale

martedì 30 novembre 2010

L'esagerata avversione al Tram di Mestre


Come ampiamente riportato dai giornali dei giorni scorsi, siamo ormai a poco meno di un mese dalla messa in in servizio del Tram di Mestre.
Confesso di essere sempre stato contrario, ma per un motivo molto semplice : le strade di Mestre non sono paragonabili alle dimensioni di altre città italiane ed europee dove i Tram corrono da decenni.
Il risultato, data la presenza della pericolosa rotaia, è che oggi abbiamo una Mestre poco amica dei ciclisti.
Devo comunque ammettere che il Tram comporta dei vantaggi : zero inquinamento atmosferico, zero rumore, zero incidenza del costo del petrolio, ed infine, zero dislivello per salirci, utile per anziani, disabili e mamme con passeggino.
Giunti a questo punto, come cittadino dotato di buon senso, ritengo doveroso metterlo in servizio quanto prima possibile, sia per la garanzia che per evitare l'invecchiamento di convogli, cavi e rotaie.
Eppure, in questi giorni sento ancora esponenti politici locali parlare del suo smantellamento : francamente mi sembrano esternazioni assurde e prive di una qualunque utilità.
Cosa si dovrebbe fare ? Far arrugginire nel deposito le vetture , costate 48 milioni di euro ?
Oppure, demolire tutte le corsie in cemento armato ? E con quali soldi ?
Da quando in qua chi sta all'opposizione lotta per la demolizione di opere pubbliche ?
Sono affermazioni irresponsabili perché istigano i cittadini a remare contro i loro stessi interessi.
Vista quindi la mancanza di proposte costruttive, ne faccio una io : creare una passerella ciclopedonale sul Marzenego.
Si creerebbe un percorso alternativo e sicuro per i ciclisti, che eviterebbero la circolazione sul ponte di Via Colombo.
E' una proposta da cittadino di buon senso, alla ricerca di opere utili per la città, quale dovrebbe essere la missione di tutti i consiglieri sia comunali che municipali, e soprattutto, sia di maggioranza che di opposizione.
Nessuno escluso.


Foto by commons.wikimedia.org

sabato 30 ottobre 2010

Berlusconi ? Voglio di Meglio



Francamente, da cittadino, non riesco più ad accettare che alla guida del governo, l'uomo che più rappresenta il paese, ci sia Silvio Berlusconi.
Tralasciamo per un attimo i processi che lo coinvolgono, le illazioni degli avversari politici o gli scoop giornalistici tutti da verificare, e vediamo gli episodi palesi.
Sono tali e tanti da convincermi che tutto è, tranne che la persona più adatta a rappresentare l'Italia all'estero ed a noi stessi italiani.
Come accettano, i sempre più numerosi disoccupati, che il capo del Governo nel weekend organizzi festini con belle ragazze nelle sue ville milionarie ?
Come accettano, le famiglie italiane, che il Quoziente Familiare, strumento atto a redistribuire più equamente i redditi e che si rivela necessario proprio in questo momento di crisi, venga continuamente rinviato ?
Come accettare che un uomo divorziato due volte e sorpreso con le Escort, venga a presentare la Conferenza Nazionale della Famiglia, in programma a novembre a Milano ?
Ed infine, come accettare che il presidente del consiglio si diverta raccontando vergognose barzellette sugli avversari politici, magari condite con anche una bestemmia ?
Non so voi, ma io sinceramente questa situazione non posso più accettarla.
Spero per lui che passi assolto in tutti i processi che lo vedono imputato, e poco mi importa che passi il Lodo Alfano.
Ma voglio avere un altro presidente del consiglio, uno che rispetti chi ha perso il lavoro, uno che si impegni a redistribuire i redditi tra i più fortunati e i meno fortunati, uno che rispetti i cittadini, gli avversari politici, e le donne.
Uno che sia di esempio per i nostri figli. 

venerdì 8 ottobre 2010

Imagine - la contraddizione di John Lennon



Oggi Google festeggia i 70 anni dalla nascita di John Lennon, inserendo nel logo Google un breve clip della famosa canzone Imagine, composta nel 1971.
Rileggendo il testo della canzone, pur molto bella, si trova una evidente contraddizione :

Immagina non ci sia il Paradiso prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente viva al presente...

Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire e nessuna religione
Immagina che tutti vivano la loro vita in pace...

Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o fame La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente condividere il mondo intero...

Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno


Da un lato Lennon auspica che non ci siano religioni, nè paradiso e nè inferno, mentre dall'altro ha desiderio di portare la pace e la fratellanza tra tutti gli uomini, come disse Gesù Cristo "amatevi gli uni gli altri".

Forse non è di Dio che gli uomini hanno paura, ma della religione, che è fatta di altri uomini.

domenica 26 settembre 2010

Il tempo è finito !



Ogni tanto mi piace riprendere a leggere qualche capitolo del libro "La fine del tempo" di Julian Barbour, un fisico teorico inglese, e ogni volta mi convinco sempre più che se voleva dimostrare la non esistenza del tempo, abbia scelto il modo più complicato.
Io penso che Barbour abbia sollevato un altro grande velo, come quello di De Broglie, ma che sia andato leggermente fuori strada.
Non possiamo dire che il tempo non esiste, in quanto ci siamo dentro dalla testa ai piedi, e basta guardare una nostra foto di qualche anno fa per rendercene conto.
Forse invece si potrebbe azzardare un più mite "Sembra che per le particelle il tempo non esista".
Proviamo a fare mente locale pensando al famigerato esperimento della doppia fenditura, esperimento che tante discussioni crea ed ha creato nel mondo scientifico.

Ebbene oggi sappiamo che la figura di interferenza si ottiene anche "sparando" particelle massive, come gli elettroni, e soprattutto sparandole una alla volta !!!!
Questo è uno dei più staordinari esperimenti della fisica quantistica, che dimostra come le particelle interferiscono tra loro, sebbene presenti in momenti diversi.
Come si potrebbe spiegare questo comportamento ?
Una delle spiegazioni possibili è quella che per le particelle il tempo non esista, quindi la figura di interferenza appare perchè le particelle, nella loro "vita" è come se fossero state sparate verso la doppia fenditura, tutte contemporaneamente.
Siamo noi che viviamo "nel tempo" per cui vedendo il fenomeno al rallentatore, non riusciamo a darne una spiegazione logica.
L'esperimento confermerebbe l'asserzione di De Broglie secondo cui tutte le particelle, anche quelle massive, siano in realtà delle onde, ma ciò si scontra con la necessità per le onde di viaggiare "contemporaneamente" per generare la figura di interferenza.
Forse l'elettrone, quando viene sparato verso il bersaglio, diviene onda ed "esce momentaneamente dal tempo" in un luogo dove trova tutti gli altri compagni di avventura con i quali fare interferenza.
Il bersaglio infatti costringe la funzione d'onda di Schroedinger della particella a collassare in un punto : in pratica l'onda... ridiventa massa, o meglio torna nel mondo ordinario nel quale è presente il tempo.
Le onde pilota di David Bohm, e l'interpretazione dei multi mondi di Everett avrebbero davvero i minuti contati.
Un altro elemento a favore di questa "congettura" è il fatto che il principio di indeterminazione di Heisenberg si applica anche alla coppia energia-tempo : due variabili-osservabili incompatibili tra loro.

Quando accendiamo una lampadina, quindi, i fotoni (energia) che si staccano da essa "escono" dal tempo fino a che non incontrano un oggetto sul quale fermarsi e trasferire la loro energia : nel tragitto sono onde=energia, e non conoscono il tempo, poi quando urtano un elettrone entrano a far parte di un oggetto massivo e tornano con i piedi per terra nel mondo reale, con l'assillo del 2o principio.

Conclusioni
Il tempo non esiste ?
Non esageriamo, ma forse davvero c'e' qualcosa che quando vuole riesce a farne a meno.
Solo che per provarlo bisognerebbe diventare tanto tanto tanto ....piccoli !

lunedì 16 agosto 2010

Campagna e Capannoni


Mi è giunta notizia che a Longare, piccolo comune nel vicentino, il gruppo Despar è in trattative per l’acquisto di una vasta area agricola allo scopo di costruire un grande centro logistico che l’azienda necessita per la gestione della propria catena di ipermercati.
Immagino che il sindaco veda la possibilità di garantire nuovi posti di lavoro e di rinpinguare le casse comunali, mentre l’azienda, vista la vicinanza con la nuova autostrada Valdastico Sud, vede una posizione baricentrica per lo smistamento delle merci nel nordest.
Fin qui potrebbe essere tutto abbastanza normale, ma a ben vedere ci sono dei lati negativi da considerare che trovo tutt’altro che trascurabili.
Non voglio qui affrontare il tema ambientale della cementificazione dei terreni agricoli, argomento facile da sbandierare, ma vorrei piuttosto esaminare la convenienza economica dell’operazione, sia per l’azienda che per la comunità.
In primo luogo, come già accaduto tante altre volte, si propone un luogo servito dall’autostrada, ma privo di infrastrutture ferroviarie, e tantomeno di vie d’acqua.
Ciò significa puntare al solo trasporto su gomma, ossia sui TIR, mezzi che inquinano e consumano tre volte rispetto al treno, e che aumentano sconsideratamente il rischio di incidenti lungo le strade.
Non se ne parla mai, eppure solo con un treno si eviterebbero 20 Tir in circolazione.
In secondo luogo, in Veneto abbiamo tali e tanti capannoni industriali vuoti che, visto il periodo di crisi, probabilmente basteranno per i prossimi trent’anni.
Solo per fare un esempio, basta fare un giro a Portomarghera e dintorni per vedere le tante aree industriali dismesse e relativi capannoni abbandonati, per rendersi conto di quante strutture già servite ed attrezzate sono disponibili.
Nuovo cemento significa anche aumentare il rischio alluvioni che la nostra regione ha recentemente assaggiato in diverse aree, quindi anche dal punto di vista idrogeologico, nulla di positivo.
Per quanto riguarda la campagna di Longare, infine, ammetto con una certa vergogna che si tratta di coltivazioni di tabacco, ma piuttosto che cementificare 60 ettari di territorio, suggerirei di convertirle in colture “energetiche”, quelle che sono la base per i biocarburanti.
Finiscono sempre in fumo, ma almeno servono a qualcosa di utile.
Marco Dal Prà

lunedì 7 giugno 2010

La manovra e le Rinnovabili : IL GOVERNO CONDANNA IL SETTORE


"Posto" questo comunicato stampa pubblicato dal sito internet dell'associazione APER.
E' sicuramente una polemica contro chi governa.
L'Italia si conferma NON avere nessuna politica energetica : si naviga a vista.... e si timona a casaccio.
Che tristezza.
Marco Dal Prà


Confermati in Finanziaria gli art 15 e. 45.
Drammatiche le ripercussioni sul mercato.

Milano, giugno 2010 – Futuro sempre più incerto per le rinnovabili in Italia. Dopo giornate di intense e contraddittorie discussioni all’interno del Governo, la conferma dell’inserimento nel DL Manovra dell’art. 15 che impone agli impianti idroelettrici di grande derivazione un nuovo canone, e dell’art. 45 che cancella l’obbligo da parte del GSE di ritirare i CV in esubero, sembra confermare la precisa volontà da parte del Governo di non proseguire il cammino verso gli obiettivi europei del 2020, senza per altro incidere in nessuna maniera sui conti pubblici.

“Queste due misure non comportano alcun vantaggio per le casse dello Stato – evidenzia Roberto Longo, presidente di APER - al contrario si rinuncia al gettito fiscale che ne potrebbe derivare, condannando a morte un settore che mostra ancora vivacità imprenditoriale, economica e tecnologica e grazie al quale l’Italia può ancora essere competitiva nei confronti di altre economie”.

“Da non sottovalutare inoltre – continua Longo – la forte turbativa che tali provvedimenti creeranno negli istituti di credito, con conseguente perdita di credibilità del Sistema Paese nei confronti del mondo finanziario.”

L’Associazione si augura quindi che queste norme, pubblicate alla vigilia dell’invio del Piano d’Azione Nazionale dovuto entro la fine di giugno, possano ancora essere modificate permettendo l’allineamento in extremis dell’Italia alle politiche energetiche europee in materia di rinnovabili. APER lancia quindi un appello alle forze politiche perché procedano ad un’attenta e approfondita riflessione sulla questione.

giovedì 20 maggio 2010

Deepwater Horizon e la Fine del Petrolio



L’incidente della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel golfo del Messico avvenuto nei giorni scorsi ha portato alla ribalta dell’opinone pubblica tutta la fragilità del sistema di estrazione del petrolio, che oggi nella ricerca di nuovi giacimenti sta mettendo in campo tutte tecnologie disponibili.

Ma il gioco del destino ha voluto che l’incidente colpisse non una piattaforma qualsiasi, ma proprio quella che detiene il record assoluto di profondità di trivellazione, che la Horizon ha raggiunto nel settembre 2009 con oltre 10.680 metri di profondità, cioè quasi 11 chilometri sotto la crosta terrestre.

Una sfida contro le leggi della fisica, portando i materiali utilizzati per realizzare il nuovo pozzo, a pressioni e temperature estreme, con tutti i rischi che ne conseguono.

E’ la dimostrazione lampante di quali e quanti mezzi tecnici ed economici le compagnie petrolifere stanno mettendo in campo per cercare nuovi giacimenti, dando ragione chi sostiene che le riserve di petrolio si stanno assottigliando.

L’incidente dà quindi un duplice segnale di allarme : il primo riguarda gli elevati rischi che si celano dietro alla ricerca del petrolio in condizioni estreme, mentre il secondo riguarda l’evidente fine del petrolio a basso costo.

Nonostante i segnali rassicuranti lanciati della potente Agenzia Internazionale dell’Energia, nel mondo scientifico si colgono invece segnali negativi sul futuro del petrolio che sta diminuendo in quantità e qualità, fenomeno per ora attuito dal calo dei consumi dovuto alla grisi globale, ma con il traguardo dei 100 dollari al barile che incombe sull’economia mondiale.

La politica invece in tutto questo tace, sperando costantemente nella buona stella o evidentemente distratta da altri problemi.

Guardando invece a casa nostra, il Veneto si trova in una posizione estremamente vulnerabile rispetto alla prospettiva di aumento dei costi del petrolio, sia per com’è strutturato il tessuto urbano che le attività lavorative.

In primo luogo ci sono le tantissime famiglie che abitano fuori dai centri urbani e che hanno inperniato la loro vita-sopravvivenza sull’automobile senza calcolare i rischi del caro-petrolio.

In secondo luogo ci sono le attività industriali ed artigianali, troppo spesso edificate in aree lontane dalle grandi arterie di comunicazione e soprattutto dalla ferrovia, conseguentemente dipendenti in via esclusiva dai mezzi su gomma.

Soluzioni in vista per ora non ce ne sono, ma rendiamoci almeno conto dell’esistenza del problema, e che prima o poi si dovrà iniziare a parlarne.

E prima cominciamo e meglio arriveremo preparati alla fine del petrolio.

Marco Dal Pra'
Mestre (VE)



giovedì 22 aprile 2010

La triste fine del suicida

Di notizie di suicidio di questi tempi se ne sentono purtroppo tante : dai più giovani studenti in crisi per lo scarso rendimento, agli imprenditori in depressione per la crisi economica che non gli permette di pagare gli operai.
Sono due atti agli antipodi tra loro : da un lato una depressione originata da un motivo per certi versi banale, il voto a scuola, dall'altro invece un sentimento di sconforto dettato dalla paura di non riuscire a sostenere la propria famiglia, la propria azienda, i propri dipendenti.
Forse anche nel secondo caso il motivo è futile, ossia la mancanza di danaro, ma non sarei così convinto.
Mi sembra invece che nell'imprenditore suicida ci sia un sentimento di impotenza, di frustrazione, dovuto alla mancanza di rispetto del lavoro svolto, dal parte dei debitori.
Debitori che hanno la loro buona dose di responsabilità morale e materiale.
Sono comunque storie tristi di uomini e donne chiusi nella loro solitudine, che attorno non hanno trovato nessun conforto, nè hanno avuto il coraggio di chiederlo.
Storie di uomini che non si ritengono all'altezza di quanto gli chiede la vita, e credono o sperano di risolvere il problema per sè stessi e per gli altri, togliendosi la vita, quasi per togliere il disturbo.
Quanti tra noi hanno avuto un momento di sconforto, nel quale abbiamo pensato di non farcela, o ci siamo sentiti come delle foglie in balia del vento.

Ma in questi giorni gli organi di stampa riportano notizie ancor peggiori.
Sono storie di uomini che si suicidano dopo aver ucciso la moglie o la compagna della propria vita, gettando i familiari nello sconforto più profondo.
Questi suicidi sono atti ben diversi da quelli detti in precedenza; sono storie di uomini violenti che si accorgono della loro condotta solo a seguito di un gesto estremo : un delitto.
L'omicidio, di solito della propria donna, gli fa aprire gli occhi, ed ecco che improvvisamente tutta l'asprezza della realtà, tutta la vita appare sbagliata, sbaglio che si può pagare solo con la propria vita.

mercoledì 7 aprile 2010

Governatori e pillola abortiva : qualche contraddizione

Vorrei fare un paio di riflessioni sui neo eletti governatori di Veneto e Piemonte, i leghisti Luca Zaia e Roberto Cota, che hanno esternato la loro contrarietà alla pillola abortiva Ru486.
Se da un lato le posizioni dei due governatori saranno accolte positivamente dagli antiabortisti, da cittadino mi sorgono alcuni dubbi sulle vere motivazioni che hanno spinto i due ad esprimersi contro in modo così palese e perfino in contrasto con una regolamentazione già approvata.
Il sospetto è che si tratti di dichiarazioni fatte per accaparrarsi simpatie di elettori finora tenuti in disparte, magari per assicurarsi maggiore stabilità nei prossimi anni di governo, o anche per aprire all'UDC che nelle regioni in questione non si era schierata con la Lega Nord.
Insomma una vicenda dai contorni tutt'altro che definiti e sulla quale ci sarà da riflettere.
E’ invece chiaro che finora nessun politico, Zaia e Cota compresi, ha avuto il coraggio di fare una vera analisi della legge 194, una legge che agevola solo le donne che vogliono abortire, ma senza assicurare nulla a quelle che la gravidanza vogliono portarla a compimento.
Si fa tanto parlare di "par condicio", ma è evidente che la legge in vigore di pari opportunità non ne offre nessuna, ed anzi si tratta di un appoggio incondizionato ad un solo piatto della bilancia.
In due parole, alle donne che si trovano di fronte alla gravidanza, lo stato si presenta solo per il percorso abortivo, latitando su quello della maternità.
Questo è il succo della vera questione dell'aborto al quale non si vuole dare risposta.
Penso che comunque con le polemiche oggi non si possa andare da nessuna parte, e soprattutto con il proibizionismo richiamato da certe frange per come dire "fondamentaliste".
La legge 194 è una delle tante leggi che dimostra come l’Italia nel panorama europeo delle politiche familiari sia il fanalino di coda, quindi quello che serve non sono proclami, ma nuove prassi, nuove iniziative, nuove visioni della famiglia.
Vediamo se i nuovi governatori ne saranno all’altezza.
Marco Dal Pra'


giovedì 7 gennaio 2010

Morte annunciata : viverla nel dramma o nella serenita' ?

Le vacanze natalizie del Dicembre 2009 hanno portato agli onori della cronaca un nuovo episodio di una persona che a causa di una malattia si trova a dover scegliere tra la vita e la morte.

Mi riferisco al trevigiano Renzo Betteti, sessantaduenne da poco meno di un anno gravemente malato, che si è rifiutato le cure mediche, in particolare quelle più invasive che gli avrebbero prolungato la vita.
Dico prolungato e non salvato perché la malattia che lo aveva colpito attualmente non ha cure, quindi i medici non potevano che praticargli una tracheotomia per farlo respirare meccanicamente.
Lui a questo trattamento “artificiale” si è fortemente opposto, ritenendolo un accanimento terapeutico, e scegliendo per certi versi la morte naturale, una morte evitabile o meglio prorogabile, ma comunque non provocata dalla volontà.
Un monito a distinguere tra la morte annunciata dalla medicina, e la vera causa di essa.
Personalmente condivido la scelta del Sig. Betteti, anche perché la moda che dilaga oggi di cercare la giovinezza e la vita ad ogni costo non ha nessun riscontro negli insegnamenti del vangelo.
L’uomo che ha vissuto nella verità non dovrebbe aver paura della morte.
Anzi, saperlo in anticipo potrebbe essere anche un vantaggio per prepararsi al trapasso e non un dramma.
In questo mondo di materialismo sfrenato il Sig. Renzo si è comportato da paladino della spiritualità: ha accettato la morte con serenità, nella sua naturalezza, nella sua normalità.

Marco Dal Prà