domenica 30 marzo 2014

Mare del Nord - La produzione del Brent in serio calo

Petrolio, il calo della produzione spaventa la Scozia

La produttività delle società petrolifere nel Mare del Nord dal 1999 ad oggi si è circa dimezzata (da 2,8 a 1,5 milioni di barili, siamo tornati ai livelli degli anni ’70), e questo nonostante gli ingenti investimenti.

Leggi tutto : Valori.it - 20 Marzo 2014


Vedi anche : Archivio storico Corriere

sabato 29 marzo 2014

Energia & Economia - due facce della stessa medaglia che rischia di crollare

Sintesi delle due domande cruciali poste a Jérôme Dangerman, economista specializzato in tecnologia ed energia, nell'articolo "La transizione energetica non sarà un pranzo di gala".
Pubblicato da Qualenergia il 20 febbraio 2014
 

 Ma allora, se non riusciremo a cambiare per tempo il sistema energetico, che cosa ci possiamo aspettare?
Non posso veramente dirlo, il problema delle crisi è che possono assumere molti aspetti e quasi sempre arrivano quando e da direzioni da cui non te le aspetti . Per esempio, parlando solo di crisi a breve-medio termine, un improvviso collasso, potrebbe arrivare se i prezzi dell’energia fossile rimarranno  ancora alti, come ormai accade da diversi anni, o saliranno ulteriormente, drenando troppe risorse dall’economia, provocando un calo della domanda e così un insufficiente afflusso di fondi per far sopravvivere il sistema energetico (che richiede un enorme e costante afflusso di capitali, solo per mantenere la produzione ai livelli attuali). Paradossalmente anche un successo troppo vasto e veloce delle tecnologie energetiche sostenibili, potrebbe innescare una crisi: se la crescita nell’installazione di tecnologie eoliche e solari dovesse veramente esplodere,  potrebbe innescare un improvviso collasso dei giganti dell’energia tradizionale. In parte d’Europa si vedono segni di questo, creando problemi finanziari, fiscali e di occupazione.
Insomma, siamo nei guai?
Mi piacerebbe poter essere più ottimista, ma l’unica cosa che di cui sono abbastanza certo dopo aver analizzato l’evoluzione dei sistemi energetici,  è che il fatto che, dopo i cambiamenti "spontanei" del passato, da legno al carbone, dal carbone al petrolio, sono  ormai da 40 e più anni che, nonostante le molte buone ragione per cambiarlo, il sistema energetico non muta e si irrigidisce, così che, invece di adattarsi al cambiamento, cerca di bloccarlo, ponendo ostacoli all’ingresso di tecnologie che rivoluzionino veramente i paradigmi di produzione e consumo, le uniche che potrebbero ridurre i rischi di collasso improvviso. Questo ci sta mettendo in un crescente stato di rischio, forse è diventato addirittura una bomba che attende il momento di esplodere.



lunedì 10 marzo 2014

Segnali di crisi

Crolla l'export in Cina
Le dogane cinesi hanno rivelato sabato che a febbraio le spedizioni all'estero sono diminuite del.... 18,1% !!!!!

Come dire... nulla di buono all'orizzionte, dato che significa che i paesi occidentali (ossia..sono in crisi).

Il sole 24ore - 10.3.2014





Rischio rialzo nei prezzi di Mais e Grano
La crisi Ucraina-Russia-Crimea può lasciare un segno che prima o poi arriverà nelle nostre tavole.

Il sole 24 ore - 10.3.2014

Ma poi a soffrirne di più saranno per primi i paesi più poveri e popolosi, come ad esempio l'Egitto, con rischi di conflitti sociali.

International Business Times - 6.3.2014

Rischi di crack all'orizzonte



Wall Street, in cinque anni +177%, ma il sesto ?

A Wall Street cominciano a chiedersi se è possibile continuare a guadangare con la borsa, dopo 5 anni di segni positivi, e dopo che le azioni hanno ormai raggiunto un valore enormemente superiore al valore reale delle aziende che "rappresentano". Il crollo può essere imminente ? E soprattutto, un crollo delle borse mondiali quali effetti collaterali avrà ?

Le Repubblica - 10 Marzo 2014

Il Sole 24 Ore - 10 Marzo 2014



Il debito del pianeta sfonda i 100mila miliardi di dollari: è sostenibile ...... ?

Riusciranno i cittadini onesti ad evitare il crollo dei propri Stati, e soprattutto il rischio di trovarsi con il conto corrente a zero ?

Il sole 24 ore - 10 Marzo 2014


sabato 8 marzo 2014

Rischio Cassandra

Cassandra è un personaggio della mitologia greca nota per la sua capacità di prevedere sventure ed altri eventi nefastiche, tanto che oggi questo nome è utilizzato in senso dispregiativo.
Cercare di prevedere il futuro è comunque una attività in cui ci si può cimentare anche senza ricorrere a doni particolarmente miracolosi, ma semplicemente analizzando con un pò di buon senso quello che sta accadendo oggi.
Ecco quindi che qui in seguito cercherò di esporre alcuni scenari che rappresentano un futuro più prossimo, diciamo nell'arco dei prossimi 10-20 anni, dai quali emergono prospettive tutte molto negative o quantomai pessimistiche.

Qualche Esclusione
Dato che ho scelto di usare il buon senso, per ora mi sento di escludere alcuni scenari sul futuro dell'umanità che derivano da visioni un pò troppo fuori dalla realtà .
In primo luogo scarterei quelli che prevedono interventi e/o cause "extraterrestri" come la fine del mondo dovuta ad un asteroide oppure all'arrivo di una nuvola nera o di una serie di astronavi aliene che vogliono distruggere il pianeta. In secondo luogo scarterei gli scenari che rappresentano un mondo nel quale mancano le forme basilari per la sua sussistenza, come ad esempio l'agricoltura, oppure mondi nei quali l'energia vien fuori dal nulla o nei quali non esistono sole, prati, alberi, fiumi o mari, perchè ovviamente questi mondi non sarebbero abitabili.
In pratica escludo mondi che derivano dalla suggestione che ci hanno trasmesso noti libri o film.

 
Scenario 1 - Fine del Petrolio
Il primo scenario deriva dalla certezza che certi fonti di energia, come ad esempio il Petrolio, si stanno esaurendo, come numerosi esperti del settore ci stanno ripetendo da anni. Proprio sul petrolio un articolo scritto da due esperti del settore minerario ("The end of the cheap oil" by Colin J. Campbell and Jean H. Laherrère, Scientific American, March 1998) indica chiaramente questo problema.
Un problema che esiste semplicemente perchè non ci stiamo attrezzando con altre fonti energetiche.


Cosa succederà, in questo scenario, che riguarda un domani neanche troppo lontano ?
Non serve essere un indovino per capire che se diminuisce il petrolio disponibile, come ci insegnano le basilari regole economiche, questo aumenterà di prezzo.
A ruota si avrebbe un aumento dei prezzi di tutti i derivati del petrolio, dalle materie plastiche al gasolio che muove navi, camion e trattori, da che si avrà un aumento dei prezzi di tutte le materie prime, compresi i prodotti agricoli. Come conseguenza ci sarà una contrazione dei consumi e grandi perdite di posti di lavoro. Molte industrie andranno in crisi perchè il costo dei loro prodotti sarà insostenibile, ed in seguito si avrà il collasso del "Prodotto Interno Lordo" (PIL o in inglese DGP).
Questa situazione creerà panico tra i grandi investitori, tanto da causare un crollo generalizzato dei paesi più indebitati (dato che gli investitori cercheranno di abbandonarli cercando lidi più sicuri, cosa già successa).

In questa situazione i governi vedranno drasticamente diminuire le entrate fiscali ed aumentare le richieste di sussidi per disoccupazione. Nel giro di un paio d'anni inizieranno ad esserci gravi problemi di ordine pubblico che sfoceranno in veri e propri saccheggi e assalti ai beni di prima necessità.
Non vado oltre perchè oltre ci saranno guerre per accaparrarsi gli ultimi pozzi di petrolio (alcune in Golfo Persico ci sono già state) ma ancor più probabilmente ci saranno guerre tra città per accaparrarsi la legna per scaldarsi o i prodotti alimentari.
Questo problema emergerà prima di tutto nei paesi fortemente dipendenti dal petrolio, come ad esempio gli Stati Uniti, nazione nella quale il bilancio federale è già ampiamente in "rosso"  (http://www.usdebtclock.org/).
 
Scenario 1b - Fine del Gas
In questo scenario prendiamo come esempio la possibile diminuzione nella disponibilità di gas naturale (il metano). Le conseguenze andranno in questo caso ad impattare prevalenemente nei paesi fortemente dipendenti da questa fonte, come ad esempio la Russia e l'Italia.
Tutto il resto è come per lo Scenario 1.
Dai dati finora diffusi, il gas dovrebbe avere riserve maggiori del petrolio, ma è notizia difine Febbraio 2014 che il gas algerino è stato "momentaneamente" fermato per un eccessivo contenuto di umidità, cioè di acqua.
Ma non è l'ovvio fenomeno che interessa i pozzi quando la risorsa sta finendo ?

 
Scenario 1c - Fine del Carbone
Il carbone serve principalmente per fare energia elettrica e per far funzionare le fonderie. Ha cioè un ruolo importantissimo nel funzionamento della odierna società "tecnologica". Attualmente però i segnli sulle riserve di carbone non sono preoccupanti, anzi si dice che ce ne sia per altri 200 anni.
Personalmente dubito che l'atmosfera possa tenere altri 200 anni di ciminiere che bruciano carbone.
Ma in ogni caso resta senza spiegazione la domanda : come estrarremo il carbone quando non ci sarà più il gasolio per far funzionare camion e scavatrici ? Con le mani ?



Scenario 2 - Inquinamento

Nello scenario 2 entra in campo l'inquinamento, che è principalmente rappresentato dalla crescenete presenza di atmosfera di CO2 (detta anche anidride carbonica o biossido di carbonio), anche se gli inqunanti sono tantissimi e con effetti più disparati.
Secondo questo sito che riporta dati raccolti da istituti di ricerca degli stati uniti (http://co2now.org/ ) il livello dell'anidride carbonica presente nella nostra atmosfera è tale da mettere in pericolo il funzionamento dell'intero ecosistema. Non ho le competenze per spiegare bene il fenomeno, ma il valore è tutt'altro che rassicurante, anzi direi "molto preoccupante".


In soldoni si rischia di mettere in crisi la vita del regno vegetale, che scomparendo causerebbe un ulteriore innalzamento del livello dei CO2 e successivo aumento delle temperature e necessità di trasferire popolazioni intere in zone più temperate. Secondo alcuni esperti questo fenomeno èsarebbe già iniziato. In questa spirale diminuirebbero progressivamente le risorse agricole con conseguente aumento dei prezzi. Le conseguenze sono le solite indicate nello Scenario 1, solo che le guerre non sarebbero per il petrolio ma per il cibo, o meglio per le terre coltivabili. Con un ulteriore lato negativo che in questo scenario il petrolio rimane a disposizione, mentre nello scenario 1 le guerre su larga scala sarebbero più difficili visto lo scarseggiare del petrolio.
A detta degli esperti, comunque, il fenomeno sarebbe difficilmente reversibile e in breve tempo tutto il pianeta finirà "arrosto", in una situazione similare a quella del pianeta Venere.
Questo mio ragionamento è molto semplificato e generale, dato che qui non voglio dare spazio a trattati scientifici (come ad esempio qui su wikipedia alla voce gas serra, dove si spiega il collegamento tra la temperatura degli oceani e la liberazione di CO2, che essi contengono).

 
Scenario 3 - Aumento del Livello dei Mari
Uno dei problemi sempre esposti dal punto di vista ambientale, è che l'aumento della temperatura terrestre comporta un aumento del livello dei mari.Si tratta di un problema dovuto fondamentalmente alla dilatazione termica degli oceani e solo marginalmente allo scioglimento dei ghiacciai.

L'acqua infatti si dilata 100 volte più velocemente rispetto all'acciaio, quindi l'aumento delle temperature potrebbe provocare davvero la modifica della geografia planetaria.  Per l'Italia sono sicuramente a rischio la Pianura Padana ed altri luoghi costieri.
In tale evenienza, come per lo scenario 2, ci sarebbe la necessità di far migrare intere popolazioni, ma inoltre si vedrebbero perdere numerosi spazi dedicata all'agricoltura.
Questo qui sotto è il grafico delle misurazioni del livello medio del mare fatte a Venezia, dal 1870 al 2013, dove esiste un ufficio apposito che studia le maree (Link Comune di Venezia).


E' evidente che nell'ultimo secolo, quantomeno nell'Adriatico, ci sia stato un aumento del livello medio del mare di circa 30 cm, ma altri dati non sono incoraggianti, come indicato dal National Oceanography Centre (sito in inglese - Link), che anzi è preoccupato per le popolazioni costiere.
Comunque questo grafico e altre misurazioni sulla temperatura media dell'atmosfera, confermano che il pianeta è in uno stato di sofferenza, visto che molta parte dell'aumento della CO2 potrebbe essee appunto stata rilasciata dagli oceani che si stanno riscaldando).

 
Scenario 4 - Recessione
La recessione dell'economia è il fenomeno contrario allo sviluppo : gli stabilimenti invece che aumentare la produzione, lentamente la diminuiscono fino a chiudere. I lavoratori disoccupati sono sempre di più e non si sa che cosa fargli fare. Un fenomeno di questo tipo accade quando il mercato è stato saturato di beni e prodotti di tutti i generi. Ad esempio non è necessario costruire case perchè ce ne sono già troppe, non servono nuove automobili perchè tutti se le sono comperate, non servono nuovi telefonini perchè tutti ne hanno uno, ecc.



La recessione causa un calo nelle entrate fiscali dei governi, tanto che, ad esempio, sono costretti a diminuire gli investimenti in opere pubbliche, oppure a diminuire i servizi, come ad esempio la sanità, tutte cose che potrebbero provocare malessere sociale e le problematiche indicate nello scenario 1. La recessione ovviamente viene enfatizzata se aumentano i prezzi dei prodotti energetici come Gas e Petrolio, perchè non si riescono ad immettere nel mercato prodotti a basso costo che potrebbero rimettere in moto l'economia.
Come ad esempio sta succedendo oggi con il petrolio a 100$ il barile.




 
  
Scenario 5 - Energia Gratis
L'eventuale immissione nel mercato di una invenzione che permette la produzione di energia a bassissimo costo, comporterebbe una rivoluzione su scala planetaria.
In primo luogo i paesi esportatori di petrolio si vedrebbero immediatamente ridimensionati sotto tutti i punti di vista, sia economici che politici. Poi le guerre che insanguinano paesi con economie fortemente basate sul petrolio andrebbero rapidamente a diminuire ed in poco tempo l'economia mondiale ne avrebbe importanti benefici.
A breve certi monopoli andrebbero scemando, creando un mercato più competitivo e meno sbilanciato. L'industria avrebbe lavoro per qualche decennio per rinnovare il parco caldaie, il parco automezzi, il parco navale e tanti altri settori energivori.
I vantaggi in termini ambientali inizierebbero in tempi rapidi a dare i loro frutti, anche se gli oceani non risponderanno così velocemente.
Un sistema che prevedesse, ad esempio, l'utilizzo di acqua per estrarre idrogeno, comporterebbe l'immissione in atmosfera di grandi quantità di ossigeno, che potrebbero essere utili per compensare la presenza di Anidride Carbonica a livelli eccessivi.

Peccato che per ora di questa invenzione se ne parla, ma non si vede.