giovedì 23 giugno 2016

Caro Presidente, che uomo vogliamo ?

Venezia, Lunedì 11 Giugno 2016.
Spett.
Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale
Roma

Egr. Presidente, Carissimo Sergio,
le recenti numerose uccisioni di donne avvenute per mano dei loro mariti o fidanzati,
che spesso coinvolgono anche i figli e si concludono con il suicidio dell'omicida,
fa sorgere in me una domanda importante, una domanda che ci riguarda tutti, uomini e donne, giovani e anziani, politici e cittadini, religiosi e laici.
Quale uomo vogliamo ? Quale società vogliamo ?
Vogliamo uomini e donne che passano la domenica al centro commerciale, oppure la trascorrono tra gli amici o con la famiglia ?
Vogliamo mamme che per sopravvivere devono abbandonare i figli negli asili nido o vogliamo mamme che abbiano la possibilità di amare e crescere i propri figli ?
Vogliamo scuole dove ai nostri giovani si insegna un libro da imparare a memoria, oppure vogliamo scuole dove si insegni a pensare e esprimere la propria creatività ?
Vogliamo una società dove la parola d'ordine sia produttività, PIL, e crescita, oppure vogliamo una società dove l'uomo sia libero di fare il lavoro che gli riesce meglio ?
Vogliamo una società dove i fondamenti sono nel denaro e nella finanza, o vogliamo una società
che metta al centro la crescita morale e culturale di ogni persona ?
Se non rispondiamo a queste domande avremo sempre più uomini e donne infelici e frustrati,
con il rischio che sfoghino le loro insoddisfazioni sul primo che gli capita davanti.
Fare una legge sul femminicidio non serve a niente se continueremo a vivere in una società
che non si pone degli ideali, non sceglie una rotta e non imbocca una strada.
Stiamo brancolando nel buio per nostra stessa scelta.
Non aspettiamo di vedere la luce in fondo al tunnel, accendiamo noi la luce.
Questi fatti drammatici, con tutto il loro carico di orrore, ce lo chiedono, ce lo urlano.
Non rimandiamo, non rendiamo vane queste morti.
Cogliamo questo disagio estremo e trasformiamolo in un segnale di speranza e di cambiamento.
Ne abbiamo tutti un assoluto bisogno.

Un saluto cordiale e un augurio di buon lavoro
Marco Dal Prà

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