mercoledì 25 aprile 2012

A quando una riforma della scuola su misura per gli studenti ?

Vorrei esprimere alcune considerazioni partendo dalla notizia cui hanno dato spazio gli organi di informazione (7 Apr 2012), relativamente alla proposta del preside del Liceo Berchet di Milano di limitare i voti ad un minimo di 4, in quanto valori inferiori creano frustrazione.
 
Da padre di famiglia numerosa, vorrei manifestare il mio apprezzamento per la proposta del preside, ma soprattutto quando ha detto “Io credo nell’educare senza punire”.
Personalmente mi sono occupato anche di formazione professionale e ritengo che i voti negativi effettivamente possano essere solamente due : con il cinque si evidenzia che lo studente non  ha studiato a sufficienza, oppure con il quattro, che non ha capito completamente nulla della materia.
Peccato poi che non ci sia un sistema per verificare se la colpa di quel voto negativo sia veramente tutta dello studente.
Nella cultura popolare si prende per scontato che i voti negativi siano sempre causa degli studenti, ma la verità invece è ben diversa: le insufficenze gravi sono una sconfitta per l’insegnante.
Significa che non è riuscito a trasmettere nulla della sua materia, che ha sbagliato completamente metodoche deve ricominciare tutto da capo, ma purtroppo ben pochi sono disposti ad ammetterlo.
Questo è un punto dolente che nessuna riforma della scuola ha affrontato : il problema dei tanti, forse troppi, insegnanti che hanno smarrito la loro missione, e che si presentano a scuola con il solo obiettivo di assegnare dei voti, senza instaurare nessun dialogo con i ragazzi, dimenticandosi che il loro ruolo principale è appunto quello di insegnare.
Vorrei ricordare che quando i nostri figli ricevono un insegnamento sbagliato o confuso, entrano in una spirale di sfiducia ed errate convinzioni che non sono affatto facili da recuperare, né per i genitori né per gli insegnanti dell'anno successivo.
Nel mondo del lavoro esiste una selezione naturale delle aziende con bassa qualità o non aggiornate, ma nel mondo della scuola, chi controlla la qualità degli insegnanti ed il loro aggiornamento professionale ?
Eppure non servono grossi sforzi per guardare cosa fanno i colleghi; persino gli studenti costituiscono il segnale di ritorno per capire se l’approccio è stato corretto.
Questi "professori perduti" oltre i propri studenti, purtroppo danneggiano anche tutti quei docenti che si prodigano per la propria scuola e per i propri studenti, uomini e donne, talvolta giovani e talvolta sulla soglia della pensione, che in più di qualche occasione ho visto lavorare per organizzare i corsi serali, piuttosto che per portare gli studenti in gita, piuttosto che per organizzare dei corsi di formazione o degli stage.
Sono gli insegnati che lottano quotidianamente per far comprendere la materia ai propri studenti, per insegnargli un metodo di studio, ma anche la coerenza delle proprie decisioni, la correttezza del metro di giudizio ed il comportamento da tenere durante le lezioni rispettandosi vicendevolmente.
Questi sono gli insegnati veri, da ringraziare perchè lavorano per il futuro dei nostri ragazzi.
 
Marco Dal Prà

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